Più volte denunciate le condizioni in cui sono costretti a viaggiare i migranti e, soprattutto, le difficoltà legate all’indicazione del Governo di allungare la traversata per far sbarcare le navi Ong nei porti della Toscana. La notizia che arriva da Marina di Carrara non fa che confermare quelle che poi possono essere le conseguenze.
Una donna incinta, tra quelle a bordo della nave ong Geo Barents, ha infatti perso il bambino durante la navigazione in mare e per l’emorragia è stata ricoverata all’ospedale di Massa. Le condizioni della donna sono state subito accertate durante i controlli sanitari organizzati allo sbarco. E’ quanto emerso tra venerdì e stamani facendo un consuntivo dell’accoglienza.
Le operazioni per la Geo Barents si sono concluse intorno a mezzanotte. Inoltre, anche per altre donne incinte sulla nave ci sarebbero stati rischi di interrompere la gravidanza sempre a causa delle condizioni del viaggio, ma sono state assistite dai medici che le hanno “stabilizzate”. Tra le condizioni critiche, viene segnalata anche la presenza di alcuni migranti che portano sul corpo segni di tortura, come riporta il personale di Medici senza Frontiere.
Numerosi i casi di disidratazione e stress psicofisico. Infine, è stato ricordato che sulla nave c’era un bimbo di pochi mesi con la madre. Entrambi erano stati salvati nel Mediterraneo su una carretta del mare, un’imbarcazione rugginosa e dall’assetto precario che, racconta Riccardo Gatti responsabile dell’operazione di soccorso della Geo Barents, “aveva il concreto rischio di affondare da un momento all’altro”.
Intanto sono stati censiti i migranti presenti sulla Geo Barents. 11 sono donne e 60 minorenni fra bambini e adolescenti di cui 51 non accompagnati. Per tutti è in corso il trasferimento nei centri di accoglienza in Toscana, Puglia e Marche. Fra i minori, 18 resteranno per un mese nella provincia di Massa-Carrara nella struttura di Casa Betania, in attesa di indicazioni dal ministero dell’Interno; questa soluzione potrebbe essere prorogata di un altro mese. I 197 provengono da Paesi dell’Africa subsahariana, come Mali, Gambia, Etiopia, Costa d’Avorio, Sud Sudan, e da Pakistan, Siria, Egitto, India e Bangladesh. Per il porto di Marina di Carrara è il quarto sbarco in pochi mesi e il più numeroso finora