Dom 22 Dic 2024
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ToscanaAmbienteGeotermia in Maremma, appello a Giani per avere risposte chiare

Geotermia in Maremma, appello a Giani per avere risposte chiare

I Comuni di Scansano e Magliano in Toscana (Grosseto), insieme ai comitati Scansano Sos Geotermia e ‘Maremma Amiata’, si sono rivolti, con un appello, al presidente della Toscana Eugenio Giani affinché “dica una parola chiara e definitiva sulla geotermia in Maremma, in modo da fermare i tentativi di speculazione”.

La sindaca di Scansano Maria Bice Ginesi, con tutta la giunta e i comitati contro le trivellazioni geotermiche, chiedono “di fare chiarezza una volta per tutte. Nei giorni scorsi si è tenuta nella vicina Magliano una affollata assemblea pubblica che, oltre a cittadini, imprenditori ed esperti del settore, ha visto la significativa partecipazione di diversi rappresentanti politici”.

Tutti – il neo deputato Marco Simiani (Pd), i consiglieri regionali Donatella Spadi (Pd) e Andrea Ulmi (Lega), Valentino Bisconti in rappresentanza del presidente della Provincia Francesco Limatola – “sono stati netti nella difesa del territorio – riporta una nota -. Ed è significativo che il Commissario che regge Magliano dopo le dimissioni del sindaco Diego Cinelli, anche lui intervenuto, abbia sottoscritto il percorso dei ricorsi”.

“Il cortocircuito è evidente – riporta la nota -. Tutti, Regione compresa, affermano che nelle aree non idonee, le centrali non saranno autorizzate ma aggiungono che la ricerca non può essere negata. Però una opaca, equivoca, interpretazione della legge sulle Ani lascia un varco alle speranze delle società proponenti: funzionari della Regione e l’avvocato che ha scritto le memorie contro i ricorsi presentati al Tar sostengono che ‘non idonee’ non vuol dire che i permessi a costruire saranno negati ma solo più difficili da ottenere”.

“Ecco perché – scrivono i firmatari dell’appello – serve una parola netta, chiara e definitiva. Giani dica una volta per tutte che le centrali in Maremma non saranno autorizzate. Le ricerche costano 12 milioni di euro l’una. Soldi che è impensabile vengano buttati a fondo perduto dai proponenti se fosse chiaro che la ricerca sarebbe fine a sé stessa. Spegniamo immediatamente ogni loro aspettativa, tutto si fermerà e la nostra terra sarà preservata”.