Ven 22 Nov 2024
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ToscanaAmbienteGeotermia, Medicina Democratica: è grande disastro ambientale,  stop incentivi

Geotermia, Medicina Democratica: è grande disastro ambientale,  stop incentivi

Maurizio Marchi: “La Geotermia Toscana non è né sostenibile, né rinnovabile, ma sorretta solo da enormi incentivi statali”. in Toscana attualmente sono in fase di approvazione da parte della Regione Toscana  68 progetti geotermici, di cui pochi, ma molto estesi come territorio, in capo a Enel GP. La maggior parte sono in capo ad altre aziende, come Magma Energy srl, Gesto Italia, srl, Geothermics Italy srl, ToscoGeo s.r.l.etc. Ci sono inoltre 5 progetti pilota, autorizzati direttamente dal Ministero dello sviluppo economico

Solo gli ‘enormi’ incentivi concessi dallo Stato rendono sostenibile la geotermia che per altro non è nemmeno una fonte ‘rinnovabile. Ne è convinta Medicina Democratica che ha pubblicato un dossier a firma del dott. Maurizio Marchi.

“C’è da premettere anche che la potenza installata della geotermia è molto modesta, addirittura trascurabile, a prescindere dall’impatto ambientale: 900 MW in Toscana proveniente da 35 centrali , di cui le più potenti sono di 60 MW. C’è da dire anche che non vi è bisogno di nuove centrali, in quanto la potenza installata in Italia è già oltre il doppio del bisogno: nel 2016 la massima potenza richiesta dal sistema elettrico nazionale è stata pari a 53.568 MW registrata il 12 Luglio 2016 alle ore 17 (dato Terna), mentre la potenza elettrica istallata in Italia è 120.000 MW, più del doppio del fabbisogno. In Toscana siamo in equilibrio, con 360 MW da idroelettrico, 800 MW da impianti fotovoltaici, 122 MW da impianti eolici” dice Marchi. “Quanto alla rinnovabilità, è la stessa Enel a negarla , in un comunicato del 16.4.2013:” Da studi condotti … è stato osservato che nei primi 2-3 anni di attività la quantità di vapore prodotto si riduce del 7/8 % all’anno, per poi declinare con un tasso annuale del 12%. Si considera normale, nei primi 10 anni di attività, un declino del 10/12% all’anno, che porta il pozzo, in questo intervallo di tempo, a circa il 30 % della portata iniziale. Fatto questo che fa mettere il pozzo fuori produzione rimpiegandolo eventualmente come pozzo di reiniezione dei condensati nel serbatoio(geotermico, ndr)” .

“Ad ulteriore conferma della perdita di potenza del serbatoio geotermico, specialmente nell’area nord (Larderello, Radicondoli, Cornia) -aggiunge Marchi-  Enel ha iniziato ad affiancare il calore geotermico con la combustione di biomasse legnose

Riguardo agli incentivi, in sintesi Medicina Democratica fornisce questi dati:

  • Area nord Larderello 2016: 520 milioni € di incentivi
  • ricavo derivante dalla vendita dell’energia elettrica: un valore compreso tra
    208 / 245 milioni di €.
    Area sud Amiata 2016: nel giro di 4 anni gli incentivi statali sono quasi
    raddoppiati passando da 46,5 milioni di Euro a 90,4 milioni di €.

Ricavo dalla vendita di EE 50/54 milioni di euro 6

Si può calcolare quindi che ogni centrale (come media, a prescindere dalla potenza espressa) renda al gestore oltre 26 milioni di euro l’anno, tra incentivi e vendita di energia elettrica.

Secondo Marchi, la Geotermia non è nemmeno sicura dal punto di vista della salute. “Ai contaminati presi in considerazione in modo estensivo (mercurio e acido solfidrico) dalle analisi ARPAT -sottolinea Marchi-  vanno aggiunti l’arsenico e l’ammoniaca per i quali i monitoraggi sono saltuari e non si dispone di conoscenze complete per centrali  nonché molte altre sostanze presenti in tracce nei fluidi geotermici ed emesse o rilasciate nelle acque quali selenio, antimonio, radon, cromo, cadmio oltre a significative emissioni di gas ad effetto serra quali metano e anidride carbonica.Per l’acido borico si può, ad esempio, stimare con alcuni dati di emissione, per queste centrali una emissione annua di poco meno di 70.000 kg”

“Sostanze tossiche -specifica Marchi-  che ricadono su terreni e sul reticolo idrico delle aree geotermiche (fiumi Cecina, Cornia, Merse, Fiora, Ombrone, Albegna, ecc), con una  massiccia contaminazione delle acque superficiali: dopo le strigliate dell’UE alla Regione Toscana, che imponeva a quest’ultima di non emettere ulteriori deroghe sull’acqua potabile per boro e arsenico a far data dal 31.12.2012, il gestore dell’acqua della zona, ASA Spa, costruiva un mega-depuratore per boro e arsenico a Piombino, vantato come “il più grande d’Europa” e posto alla foce del fiume Cornia, per la spesa di 22 milioni di euro ovviamente spalmati sulle bollette dei cittadini. Ma nel maggio 2017 Medicina Democratica chiedeva alla ASL nord-ovest Toscana un report sulla qualità delle acque potabili, da cui emergeva che arsenico e boro – che non erano più in deroga ai limiti di legge – erano ancora molto diffusi in diversi comuni dove drenano i fiumi provenienti dalle aree geotermiche.

Ma quali rischi per l’uomo, concretamente? Scrive Marchi:  “nell’autunno 2010 usciva lo studio epidemiologico dell’ARS11 che ammetteva, 535 morti in più nei comuni geotermici rispetto ai comuni limitrofi non geotermici negli anni tra il 2000 e il 2006, entro un raggio di 50 km da quelli geotermici, più una serie di gravi patologie riscontrate in ricoverati in relazione agli inquinanti a cui erano esposti”

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