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Giani alla presenza di Salvini: “Progetto Franchi deve andare avanti”. “Dobbiamo fare di tutto per recuperare i soldi”

Giani

Firenze, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a margine di un sopralluogo ai cantieri di Autostrade per l’Italia, nel tratto fiorentino dell’A1, alla presenza del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ha ribadito il suo supporto per il restyling dello stadio Artemio Franchi.

I soldi per completare il restyling dello stadio ‘Franchi’ di Firenze “dobbiamo fare di tutto per recuperarli – ha detto il presidente Giani –  Io so che ci sono degli atteggiamenti costruttivi da parte di rappresentanti del governo e conseguentemente tutti insieme, Comune di Firenze, Regione Toscana e governo, possano far capire che in questo caso non si va ad intervenire solo su uno stadio ma su un’opera pubblica importante che è la prima testimonianza di un’architettura razionalista, quella del Nervi, che fu importante in tutta Italia”.

“Lo stadio ‘Franchi’ rappresenta un bene culturale – ha aggiunto – ed io all’Europa voglio dire che se li vogliamo tutelare i beni culturali niente di meglio che investire lì”, sullo stadio ‘Franchi’. Per Giani “se poi venissero a mancare 50 milioni faremo con quei 125-130 milioni” che già sono stati stanziati, “vorrà dire che si ridimensiona un po’ il progetto ma che il progetto stesso deve andare avanti”.

Sempre stessa occasione: “Sui Cpr dico, – ha detto Giani – prima riformiamo quello che è l’istituto che oggi su molti giornali viene dipinto come fonte di grandi problemi: si citano gli psicofarmaci che vengono dati in questi centri e la situazione per cui assomigliano più a un carcere di massima sicurezza che un luogo in cui accogliere e magari reinstradare con il rimpatrio persone che sono venute qua disperate. Queste persone non possono essere considerate di per sé, senza un processo, detenuti da rimandare indietro in malo modo”.

Per Giani “prima si trasformano in centri in cui prevale la rieducazione rispetto a comportamenti sbagliati, in cui prevale l’accoglienza, in cui prevale la funzione di dialogo e reinserimento e poi la possibilità di rimandarli da dove vengono se non ci sono strade alternative. Se non c’è questa riforma, secondo me è inopportuno che vengano fatti in Toscana”.

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