“Ne sono convinto” ha detto il governatore della Regione Toscana. Per il sindaco di Firenze Dario Nardella “la chiusura delle scuole è extrema ratio, anche in emergenza”
“Abbiamo voluto che le scuole medie superiori dall’11 gennaio fossero aperte, certo al 50%: lo sono state da allora nella gran parte del territorio toscano, a parte quei comuni e quelle province dove c’è stata la zona rossa, e lo saranno perché io sono convinto che continueremo in questa situazione”.
Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, intervenendo all’apertura della fiera Didacta Italia 2021, e rivendicando che in Toscana “la scuola è
al centro” della comunità. La scuola in presenza, secondo Giani, “rappresenta in qualche modo lo stimolo più importante per i nostri ragazzi per superare
uno stato di disagio, perché è evidente che ormai da un anno il Covid questo stato di disagio lo procura soprattutto fra i giovani”.
“Mi diceva il direttore dell’ospedale pediatrico Meyer che ci sono tanti casi, come mai li hanno avuti, di difficoltà, stati di panico, situazioni di reazione a quello che è l’isolamento, inquietudine” aggiunto Giani. Che ha concluso “ma le scuole sanno essere protagoniste
di uno stimolo alle nuove generazioni: sono quindi convinto che anche Didacta sarà uno stimolo forte alle nostre giovani generazioni, e perché la scuola possa sentirsi centrale nella
vita delle nostre comunità”.
Sulla stessa linea di Giani anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella. “La scuola è il cuore del nostro Paese e della nostra società e la chiusura delle scuole, anche in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, deve essere l’extrema ratio” ha affermato intervenendo anche lui all’apertura della fiera Didacta Italia 2021.
“La pandemia – ha proseguito – ci ha permesso di comprendere una volta di più il valore dell’educazione: e se non vogliamo sprecare la crisi, dalla quale abbiamo imparato molto, dobbiamo sfruttarla come straordinaria opportunità per innovare il campo della scuola e della formazione. E Didacta può essere la chiave di lettura di come questa emergenza pandemica diventi l’elemento scatenante di una sfida dell’innovazione. La didattica digitale
è diventata uno strumento imprescindibile, ma porta con sé tanti quesiti e incertezze, che vanno chiariti”. Usciti dall’emergenza, quindi “non si torni di nuovo – questo l’invito finale di Nardella – a trattare la scuola come una delle tante questioni, ma si mantenga al centro dell’attenzione e dello sforzo del nostro Paese”.