“Il mio no ai Cpr è perché oggettivamente pensare ai Cpr rappresenta il non guardare al problema perché si occupano solo di 1.500 migranti” a fronte “dei 140mila arrivi che, in base ai flussi che stanno sbarcando a Lampedusa, si stima arriveranno complessivamente quest’anno” dice Giani.
“Voglio evidenziare come forse oltre che limitarsi da parte mia il no al Cpr è bene che io indichi anche i presupposti di un modello toscano dell’accoglienza che ci sta vedendo gestire 7500 migranti arrivati nelle ultime settimane attraverso i Cas e portarli poi a sistema di accoglienza e integrazione (Sai)” lo dichiara il presidente della giunta regionale Eugenio Giani, che parla di un “modello toscano dell’accoglienza, basato sull’accoglienza diffusa, con la possibilità di insegnare ai migranti l’italiano e contemporaneamente di introdurli al lavoro, da contrapporre alla strategia del governo basato sull’apertura di nuovi Cpr”.
Per Giani la chiave sta nell’accoglienza diffusa per piccoli nuclei, la possibilità di insegnare loro l’italiano e contemporaneamente di introdurli al lavoro, specie quello agricolo”.
“Mentre in altre regioni i migranti rappresentano un tema più di ordine pubblico in Toscana lo guardiamo come un tema sociale. Di fronte al blocco navale che non è arrivato, così come gli accordi con la Tunisia che non hanno portato risultati – ha concluso Giani-, forse a questo è bene rispondere dimostrando che c’è una regione, la Toscana, che quando i migranti arrivano riesce a collocarli, sistemarli, e accanto a questo creare delle opportunità di interesse generali, come può essere la prospettiva di un lavoro”. Il governatore ha annunciato di aver fissato per lunedì “un apposito incontro per un gruppo di lavoro su questo fronte con gli assessori interessati: Ciuoffo, Spinelli e Monni”.