Firenze, Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, parlando dei risultati elettorali, a margine di un convegno alla Fondazione Spadolini, riconoscendo la vittoria elettorale a livello nazionale di Fratelli d’Italia, ha auspicato una riflessione sugli errori compiuti da parte del Partito Democratico.
“Per quello che riguarda il Pd, – ha detto il presidente Giani – occorrerà molto riflettere sugli errori compiuti, e su un approccio diverso che deve essere costruito all’insegna di un rinnovamento, di una rigenerazione della politica, dei contenuti, soprattutto del sistema di alleanze per il domani”.
“Una lettura del sistema elettorale – ha affermato Giani – doveva imporre uno sforzo maggiore per creare delle alleanze: i collegi uninominali sembravano tutti già decisi nel momento in cui poi il risultato del centrodestra, se andiamo a guardare i numeri, è di chi governerà col 43-44%, quindi non avendo la maggioranza assoluta nel paese”.
Secondo Giani “va riconosciuto che la vittoria del centrodestra è stata netta a livello nazionale, e va constatato come Giorgia Meloni acquisti un profilo che lascia in ombra la Lega e in secondo luogo Forza Italia”.
“Il Pd dovrà cercare di collegare, anche in vista di elezioni comunali importanti come ci saranno l’anno prossimo, dai 5 Stelle alle forze di centro di Calenda e Renzi. A Conte va dato atto di aver fatto una campagna elettorale brillante – ha aggiunto – fondata molto su una logica forte di opposizione, però indubbiamente attrattiva soprattutto in alcune aree del paese”.
Secondo Giani, peraltro, “se andiamo a vedere, la maggioranza in Regione Toscana è fondata sul rapporto fra il centro e la sinistra. Io ho come vicepresidente Stefania Saccardi, e Stefano Scaramelli – ha detto, parlando dei due esponenti di Italia Viva – è vicepresidente del Consiglio regionale. Se sommiamo il centro e la sinistra noi abbiamo il 5% in più del centrodestra, quindi per la Toscana, per l’Emilia-Romagna, la situazione ancora legittima il governo regionale di centrosinistra”.
Tuttavia, ha concluso il governatore toscano, “è indubbio che il Pd non può prescindere da tutte le analisi che ci portano a fare un po’ di esame di coscienza sui candidati sui programmi, sull’approccio verso gli elettori, sull’interpretare i bisogni veri della gente”.