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Giani, se Piombino non vuole nave protesti col Governo

Giani

Giani, “Io voglio essere una figura di garanzia, e se ho risposte convincenti dal governo sul memorandum su Piombino e sulla sicurezza si va avanti, altrimenti non firmo”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, intervenendo oggi a Piombino (Livorno) in veste di commissario nel corso del consiglio straordinario sul rigassificatore che il governo avrebbe intenzione di posizionare su una nave all’interno del porto cittadino.

“Vvoglio dire signori se il Governo ha deciso e a voi non vi va bene protestate, attivatevi nei confronti del Governo, – ha detto il presidente– ma io penso che la cosa migliore sia, nel momento in cui ho visto che la decisione è nata da atti ormai inconfutabili, dire che se si porta per 2-3 anni il rigassificatore nel porto cerchiamo di avere quello che da tempo cerchiamo: infrastrutture, bonifiche, energie rinnovabili, sostegno alle attività produttive, valorizzazione del turismo e sconto sulle bollette. È questa la chiave con cui affrontare la questione”.

 “Io svolgo il ruolo di commissario – ha aggiunto – e quindi devo capire come accanto al rigassificatore vi possano essere quelle iniziative per Piombino che sono in gran parte contenute nei documenti, nei protocolli d’intesa e accordi di programma, ma non si sono mai realizzate. Ecco quello che io ho chiamato il ‘memorandum Piombino’ che parla delle bonifiche, delle infrastrutture stradali da realizzare, delle fonti rinnovabili”.

“Finora c’è sempre stato dialogo, sono sempre andato a Piombino, ho sempre cercato il massimo dialogo con l’amministrazione come oggi quando farò la consegna formale di dove sono arrivato con il memorandum – ha poi aggiunto Giani a margine di una conferenza stampa a Palazzo Vecchio – Lo consegnerò al sindaco Ferrari, al presidente del consiglio comunale e ai capigruppo, poi nei prossimi giorni mi daranno indicazioni. Possono stare certi che non firmerò nessuna autorizzazione al rigassificatore senza un memorandum che rispecchi la larga indicazione di quanto chiede il territorio”.

Intanto, come annunciato nei giorni scorsi, alle 14:30 è partita da piazza Gramsci con circa 300 persone la manifestazione indetta da vari comitati cittadini (Comitato salute pubblica, La Piazza, Liberi insieme per la salute e gruppo gazebo 8 giugno contro il rigassificatore) per protestare contro la scelta del governo di posizionare un rigassificatore nel porto cittadino. Il corteo ha sfilato lungo corso Italia e via Vittorio Emanuele II prima di fermarsi sotto alla sede del Comune dove è stato posizionato un maxischermo per permettere ai manifestanti di assistere alla diretta della seduta del Consiglio comunale sul rigassificatore.

Il sindaco di Piombino Francesco Ferrari in apertura del Consiglio comunale straordinario ha esordito dicendo che: “Tanti occhi sono diretti oggi a questa sala consigliare perché sono tanti gli interessi per Piombino e per il territorio della Val di Cornia. Noi tanto per ribadirlo siamo contrari al rigassificatore: e quando dico noi, dico il sindaco, la giunta, la città e le istituzioni locali che rappresentano altri territori che sono fermamente contrari, perché riteniamo che sia un’ipotesi oggettivamente dannosa per il nostro territorio”. Oltre a Giani sono stati invitati a intervenire al Consiglio comunale anche i sindaci dei Comuni della Val di Cornia e di Follonica (Grosseto), l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale, l’associazione Piscicoltori italiani, Federpesca, e il Consorzio balneare costa est.

“I motivi del no – ha proseguito il sindaco – sono legati alla sicurezza perché riteniamo che una metaniera all’interno di un porto, oltre a essere la prima, rappresenta un grave pericolo
che noi non vogliamo e non possiamo accettare. Un impianto rigassificatore è a 12 miglia marine dalla costa di Livorno, 20 km, con zona di interdizione di 3 km. Da parte nostra è
impossibile accettare, nonostante l’interesse nazionale, perché nessuno può garantire l’incolumità dei cittadini”. “Poi – ha aggiunto Ferrari – ci sono le ragioni ambientali ed economiche, perché legate all’ambiente e ci sono tante attività che verrebbero pregiudicate. Per non parlare poi del turismo e della riconversione in questa chiave di tante famiglie che ha un’importanza per il rilancio in questa città legata da sempre alla siderurgia”. “Ci chiediamo come sia possibile parlare poi di compensazioni – ha concluso – quando niente può compensare la sicurezza, o i posti di lavoro che perdiamo. Piombino ha già dato, basterebbe questo per respingere la richiesta che ci viene fatta dal governo nazionale”.

Durante il consiglio Giani è intervenuto dicendo: “Io voglio essere una figura di garanzia, e se ho risposte convincenti dal governo sul memorandum su Piombino e sulla sicurezza si va avanti, altrimenti non firmo”.  “La nave resterà in porto due tre anni al massimo – ha
aggiunto Giani – poi va via, anche perché quella banchina è stata realizzata con 110 milioni di investimento anche dalla Regione Toscana”. Giani ha illustrato sinteticamente il
contenuto del memorandum, parlando comunque di una base di partenza con tutte le opere che attenderebbero Piombino.

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