Firenze, in questi giorni diverse sono state le dichiarazioni degli esponenti della Lega in merito allo Scudo Verde voluto dall’amministrazione della Città Metropolitana. La risposta dell’assessore alla Mobilità Stefano Giorgetti non si è fatta attendere.
“Le dichiarazioni degli esponenti della Lega sullo Scudo Verde denotano una mancanza di conoscenza davvero imbarazzante. Lo Scudo Verde è parte integrante del PUMS (Piano urbano della mobilità sostenibile) che è stato adottato nell’agosto del 2019 e approvato nell’aprile 2021 dalla Città Metropolitana senza nessuna osservazione neanche da parte di chi, oggi, avanza dubbi e alza le barricate. Ed è stato presentato ufficialmente la prima volta a inizio dicembre 2020 con tanto di slide e poi più volte oggetto di ulteriori comunicazioni. La documentazione è a disposizione: non si può dire che ‘non si sa dove vengono porte telematiche’, chi interviene dovrebbe documentarsi”.
Giorgetti prosegue: “Come evidenziato dal sindaco Nardella lo Scudo Verde entrerà in funzione nel 2024 e all’inizio interesserà i bus turistici e i mezzi pesanti. Adesso stanno iniziando i lavori per realizzare l’infrastruttura, ovvero le 81 porte telematiche ai principali accessi dell’area interessata. C’è tutto il tempo per confrontarci sia con i sindaci della Città Metropolitana sia con le associazioni di categoria e stabilire insieme la disciplina che comunque sarà all’insegna della gradualità e della progressività”. Quindi le restrizioni andranno di pari passo con la realizzazione delle infrastrutture in particolare con l’estensione del sistema tranviario e con la costruzione della rete dei parcheggi scambiatori che complessivamente metteranno a disposizione 6mila posti auto.
“Lo Scudo Verde ci consentirà di ridurre in modo considerevole lo smog in città bloccando i veicoli più inquinanti – sottolinea l’assessore Giorgetti –. Gli studi scientifici evidenziano che ogni anno in Italia sono 60mila i morti per cause legate allo smog e facendo la proporzione nella Città Metropolitana di Firenze si tratta di circa 900 morti premature. Dobbiamo intervenire perché la salute viene prima di tutto, ma lo faremo insieme ai soggetti coinvolti ascoltando le diverse esigenze”.