Il presidente Sandro Bennucci, tutti gli organismi dirigenti dell’Associazione Stampa Toscana, il presidente Franco Morabito e il direttivo del Gruppo toscano giornalisti sportivi, insieme ai colleghi che si occupano di economia e moda, manifestano stupore e indignazione di fronte alla decisione degli organizzatori del Gran Premio di Formula 1 al Mugello e delle sfilate di Dolce & Gabbana a Firenze, per il diniego degli accrediti a giornalisti e fotoreporter che lavorano in Toscana.
“E’ stato spiegato che per il Gran premio di Formula 1, che approda per la prima volta in Toscana, la Federazione internazionale dell’Automobile ha ristretto l’accesso all’Autodromo del Mugello ai soli giornalisti accreditati stabilmente. L’Associazione Stampa Toscana e il gruppo toscano giornalisti sportivi avevano rivolto un appello alle istituzioni, Regione Toscana e Sindaco della CittĂ metropolitana in testa, affinchĂ© intervenissero. La Regione, effettivamente, si è interessata alla questione, ma ha fatto sapere che non è possibile superare il muro delle regole voluto dalla Fia. Analoga situazione si è verificata per le sfilate di moda in programma a Firenze, dove non è stato possibile l’accredito alla stragrande maggioranza dei colleghi delle testate toscane interessate a seguire l’avvenimento.
Il sindacato dei giornalisti non può non esprimere indignazione per un comportamento di esclusione del tutto inaccettabile e si chiede se abbia senso che vengano ospitati grandi eventi in Toscana (il gran premio di Formula 1 era una festa attesa da oltre 50 anni) se le testate regionali e locali non li possono poi raccontare. E si rimanda al mittente l’eventuale giustificazione dell’emergenza Covid: per le partite del campionato di serie A a porte chiuse, la Fiorentina ha accreditato un giornalista per testata (in tutto 38) senza nessun problema. Al Mugello sono stati autorizzati dal presidente della Regione, Enrico Rossi, fino a tremila spettatori: ritagliare poche decine di posti per i giornalisti non sarebbe stato difficile da parte degli organizzatori, in primo luogo la Fia. Non è una soluzione nemmeno quella di pagare biglietti che (altra cosa inaccettabile) hanno costi variabili fra 750 e 1.200 euro l’uno. Per le sfilate di moda viene detto che si tratta di evento privato, ma è appurato che l’organizzazione è di Pitti Immagine in collaborazione con il Comune di Firenze, la Regione Toscana e la Camera di Commercio, quindi soggetti pubblici e pubblico-privati.
Non è possibile che la Toscana venga usata come una “colonia” dove allestire eventi, tagliando fuori il sistema d’informazione e, di conseguenza, i cittadini della regione che li ospita. E’ uno schiaffo per tutti. Da qui un nuovo appello, rivolto a tutte le istituzioni, e anche ai candidati alla presidenza della Regione, perchĂ© sia fatto in modo, d’ora in avanti, che chiunque organizzi eventi pubblici (o privati con la collaborazione del pubblico) in Toscana, coinvolga pienamente il territorio e i suoi media”.