Firenze, la ‘Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza’ si celebra ogni anno il 20 novembre, lo stesso giorno in cui, nel 1989, l’Onu adottò la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
“Al di là di ogni ritualità, – spiega l’assessora al sociale, Serena Spinelli, l’adesione della Toscana alla Giornata internazionale diritti infanzia, – questa data è l’occasione per ribadire l’impegno costante della Regione, insieme a quello di enti locali e servizi sociali e sociosanitari sui territori, per garantire pienezza di diritti a bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Quello di cui oggi si parla è la qualità delle loro vite, quelle di chi cresce all’interno delle relazioni familiari e quelle di chi, per situazioni di criticità e fragilità, si trova a farlo al di fuori dalla famiglia, in comunità residenziali o in affido”.
“Un lavoro che non può fermarsi – dice ancora l’assessora -, ma che deve vederci anzi sempre più vicini ai diritti dei cittadini di oggi e di domani, una parte preziosa della nostra comunità ma in cui il peggioramento delle condizioni socioeconomiche di molte famiglie sta facendo aumentare le situazioni di povertà educativa e alimentare”.
Le scelte e gli strumenti della Toscana
Le politiche regionali in materia di infanzia, adolescenza e famiglie si sono nel tempo orientate verso la messa a sistema di progettualità e risorse nazionali e regionali, valorizzando allo stesso tempo le buone pratiche presenti sul territorio e il lavoro prezioso di operatrici e operatori.
In questo senso, centrale è il ruolo del Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, le cui attività sono svolte con l’Istituto degli Innocenti, che fornisce strumenti di conoscenza e supporta gli interventi della Regione Toscana in questo settore al fine di rispondere al bisogno di ogni bambino e bambina di crescere in un ambiente stabile, sicuro, protettivo e ‘nutriente’.
Altro fronte di impegno per la Toscana e lo sviluppo delle Linee di indirizzo sull’intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità, soprattutto attraverso le prestazioni del programma P.I.P.P.I. (Programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione). P.I.P.P.I., che richiama intenzionalmente il celebre personaggio di Pippi Calzelunghe, coinvolge insieme Ministero, Istituzioni locali, Università con l’obiettivo di diffondere un approccio multidimensionale e partecipato che renda effettivamente esigibili i diritti sanciti dalla Convenzione Onu.
Alcuni numeri
In Toscana sono poco meno di 25mila i bambini e bambine, ragazzi e ragazze in carico ai servizi sociali, a causa di ostacoli e difficoltà nel loro percorso di crescita. A tutti loro, che vivono in particolari condizioni di vulnerabilità, vengono garantiti percorsi di accompagnamento che mirano sia a promuovere condizioni idonee alla crescita, che a prevenire i rischi che possono ostacolare il percorso di sviluppo, fino a interventi di tutela e protezione per la salute e la sicurezza di minori.
Oltre 4700 sono i ragazzi e ragazze che usufruiscono di un servizio di educativa domiciliare finalizzato ad accompagnare i bambini e le bambine nel loro percorso di crescita e a sostenere i loro genitori nel migliorare le capacità di rispondere ai bisogni dei loro figli e delle loro figlie.
Circa 2000 sono invece i minori che vivono fuori dalla famiglia di origine, collocati in comunità o in famiglie affidatarie.