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Giorno della Memoria, sculture di Sauro Cavallini ispirate alla sua prigionia

Firenze, Sono esposte per la prima volta a Firenze, in occasione del Giorno della Memoria, 16 sculture di Sauro Cavallini (1927-2016), nato a La Spezia ma fiorentino d’adozione, che conobbe l’orrore dei campi di internamento nella Seconda Guerra mondiale.

Le opere, in ferro e ottone, sono in mostra da oggi fino al 28 febbraio nelle sale di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione Toscana. La rassegna, dal titolo ‘Sauro Cavallini. L’opera di un internato’ propone sculture ispirate agli strazianti mesi di prigionia trascorsi tra privazioni e paure.

Cavallini, infatti, fu arrestato dalla polizia fascista nel 1943, all’età di 16 anni, e fu recluso per circa un anno nel campo di Gradaro a Mantova. I mesi di prigionia segnarono profondamente la vita di Cavallini e quando iniziò a praticare la scultura, gli incubi della prigionia presero forma e si tradussero nelle sue prime opere d’arte.
Le sculture, alcune delle quali alte due metri d’altezza, furono realizzate durante i primi anni ’60 con la tecnica della ‘goccia su goccia’ ovvero sciogliendo scarti metallici mediante fiaccola ossidrica fino a creare l’opera. Ideata dal centro studi Cavallini, la mostra è curata dal direttore Maria Anna Di Pede. Nell’allestimento le sculture sono affiancate da pannelli che, attraverso fotografie e documenti storici, illustrano i crimini nazifascisti.

“Sono 16 sculture che testimoniano l’orrore vissuto da Sauro Cavallini a Gradaro – spiega il presidente della Toscana Eugenio Giani .- Le abbiamo volute esporre in una mostra che non a caso si inaugura alla vigilia del Giorno della Memoria, come messaggio iconico segnato dalla forza espressiva dell’arte, di qualcosa che non deve più ripetersi. Quasi taglienti, come le definì lui, le sculture parlano di guerra e del male che essa produce, un tema quanto mai attuale oggi”.

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