Così Monica Barni, vicepresidente e assessora alla cultura della Regione Toscana, ha aperto i lavori del convegno ‘Nazionalismi e guerre, esodi e memorie’ nell’ambito del Giorno del Ricordo e del progetto ‘Confini difficili. Da Trieste a Sarajevo’. Il viaggio della Regione porterà dall’11 al 15 febbraio gli studenti a Trieste, alla foiba di Basovizza e anche a Fiume, queste alcune delle tappe.
“L’invito della Regione Toscana è, come sempre, di non cedere e non farsi affascinare da storie false e stereotipi, ma di andare in profondità per capire i contesti e le motivazioni che poi portano alle tragedie. Per questo, porteremo una cinquantina di ragazzi con i loro insegnanti, la prossima settimana al viaggio sul confine orientale e toccheremo tutte le tappe cruciali per comprendere cosa è successo su quel confine nei primi anni del ‘900”. Lo ha detto l’assessora Barni.
“Il confine orientale – ha spiegato Barni al convegno, in programma tutto il giorno nell’auditorium di Sant’Apollonia a Firenze e che vede la partecipazione di numerosi studenti – va inquadrato all’interno di un contesto storico complesso e molto problematico, da sempre, come da sempre è problematico il tema dei confini e degli attraversamenti. Un tema che sappiamo essere attuale anche oggi”. Per la vicepresidente della Regione “le istituzioni hanno l’obbligo di costruire un programma. Quello che abbiamo cercato di fare in questi anni è proprio di costruire una programmazione strutturata di interventi che si legano l’uno all’altro: lavoriamo sul ricordo della Shoah, sulla costituzione, sul confine orientale. Cerchiamo di mettere insieme e di trovare dei legami con tutte le iniziative che facciamo. È chiaro che dovrebbe essere un lavoro a tappeto su tutta la Toscana: noi cerchiamo di fare tutto il possibile”.