Matteo Pes è morto in vacanza a 3700 metri di quota mentre stava facendo il passaggio del ‘Enjambee’, a valle della Capanna Carrel sul Monte Cervino. Le cause dovranno essere appurate dalle autorità competenti e da quanto ricorderà l’amico, un coetaneo aretino, che era partito con lui e che si trovava insieme al momento dell’incidente.
Matteo adorava gli sport estremi ma in particolare la sua grande passione era la montagna. Il Cervino era per lui una sfida anche se si tratta di una montagna maledetta per gli
aretini. Sei anni fa, il 26 maggio del 2012, altri due alpinisti di Arezzo Fabio Rapini di 57 anni e Maurizio Tavanti di 47 erano morti precipitando.
A dare l’allarme stamani è stato proprio il compagno di cordata, trasportato a Cervinia dal soccorso alpino. Matteo, studente di storia all’Università di Firenze, lavorava in un bed
and breakfast del centro di Arezzo, ed era molto conosciuto anche per la sua presenza costante in curva Minghelli, quella dei tifosi dell’Arezzo, squadra che sosteneva con entusiasmo con un pizzico di simpatia per il Cagliari luogo d’origine del
padre. Giocatore dilettante aveva annunciato all’ultima società per cui era stato tesserato la Polisportiva San Marco Arezzo che avrebbe appeso gli scarpini al chiodo proprio per dedicarsi alla montagna, “sport molto impegnativo”, come aveva commentato sul
suo profilo facebook pieno di foto di montagna. Molto attivo anche in politica era stato tra i fondatori, nel 2008, di Casa Pound Arezzo. Impegnato nel sociale, Pes era anche appassionato di Giostra del Saracino, la rievocazione storica di Arezzo e
partecipava agli eventi ad essa legati. Il padre, un agente penitenziario, e la madre sono partiti subito, una volta informati, per Zermatt dove la salma è stata
trasportata dopo il recupero. Particolarmente sconvolto il suo migliore amico Duccio, figlio della titolare del bed and breakfast dove lavorava Matteo, rientrato subito da Ponza dov’era in vacanza.