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Giunta fiorentina. Ridisegnati gli equilibri politici

Sara Funaro sindaca di Firenze

Giunta Fiorentina. Dopo la presentazione da parte della neo sindaca di Firenze Sara Funaro della nuova Giunta l’attenzione si sposta sul significato politico rappresentato dai nuovi assessori. E su come potranno affrontare i problemi della città.

A ben guardare la nuova Giunta fiorentina presentata dalla neo sindaca di Firenze Sara Funaro ha un profondo significato che è tutto politico. E che va a comporre un puzzle di non semplicissima risoluzione. In due parole, la scelta degli assessori mette al centro la politica ed i tanto vituperati politici, da una parte. E dall’altra gestisce uno spostamento del baricentro politico che poteva accadere in modi molto traumatici. Certamente, abbiamo detto, una Giunta che vede una prevalenza femminile, una presenza giovanile significativa, riconferme in ruoli strategici. Ma soprattutto vede un investimento proprio sulla politica. Emblematico il fatto che la sindaca Funaro abbia deciso di tenere deleghe importantissime che vorrà seguire personalmente. Patate che bollono da anni. Ovvero:  bilancio, Grandi opere, e poi decentramento, relazioni e cooperazione internazionali, e dialogo interreligioso. In sostanza stiamo parlando di stadio, aeroporto, stazione dell’Alta velocità ed altre questioni rimaste in una zona d’ombra per decenni. Emblematico anche il caso del nuovo Assessore alla cultura. Giovanni Bettarini transita in questi anni da esperienze importanti – amministrativamente parlando – come è stato occuparsi di bilancio. La scelta è stata salutata con favore dal mondo della cultura che vede in questa scelta un desiderio di progettualità tutta politica. In altre parole gli Assessori devono fare gli assessori e i direttori artistici e i direttori dei musei devono sviluppare, con le loro competenze un indirizzo politico consapevole dei conti. Per quello che riguarda il baricentro politico, passare da una centralità dei moderati (ex renziani? bonacciniani?) all’area Schlein, in maniera indolore non deve essere stato facile. E le opposizioni di centrodestra? Invocano posti. Poltrone, che rivendicano in nome di  una distribuzione del potere e del rispetto delle minoranze. Difficile. Oggi chi vince governa e cerca di farlo senza intoppi, soprattutto quando è mancato quel rispetto reciproco capace di generare tali forme di collaborazione.

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