Firenze, l’assemblea dei lavoratori di Gkn, che ieri si è riunita per discutere dell’imminente vendita dello stabilimento di Campi Bisenzio, prendendo atto di questa nuova fase della vicenda della fabbrica, fa sapere di aver intenzione di mantenere lo stato di mobilitazione per salvaguardare “diritti e posti di lavoro”.
“Noi non possiamo che prendere atto di questo passaggio, su cui non c’era nulla da concordare con noi e nulla, per il momento, è stato concordato – si legge in un documento approvato all’unanimitĂ dall’assemblea dei lavoratori di Gkn – Entriamo in una nuova fase. NĂ© piĂą nĂ© meno pericolosa di quella precedente. Il passaggio di proprietĂ avviene in piena continuitĂ occupazionale e di diritti. Per quanto ci riguarda manteniamo stessi posti di lavoro, stessa accordistica, stesso libro matricola. E avviene in continuitĂ di salute dello stabilimento visto che l’abbiamo preservato e curato. Così è, così dovrĂ essere. Qualsiasi soggetto industriale arrivi, lo deve fare mantenendo diritti e posti di lavoro. Non saremo mai terreno di operazioni opache o di ricatti”.
In una nota, la rsu Gkn fa sapere che oggi “con indiscrezioni di stampa e una breve mail generica di qualche riga, è stato annunciato il passaggio di proprietĂ tra Gkn Melrose e Francesco Borgomeo, formalizzato con atto notarile oggi alle 10 a Roma”.
Il Collettivo spiega la nota, “non smobilita”. La mobilitazione aggiunge, “forse cambierĂ nei tempi e nei modi. Ma non cessa, per alcune ragioni fondamentali: primo, perchĂ© niente è stato ottenuto. Non c’è stato alcun accordo. In secondo luogo, perchĂ© anche se accordo sarĂ , l’assemblea dei lavoratori e il territorio rimangono a guardia e supervisione di ogni passaggio della reindustrializzazione. E infine perchĂ© c’è un vincolo e un dovere di solidarietĂ verso tutte le altre lotte presenti nel paese”.
“I licenziamenti sono stati sconfitti non una, ma due volte – si legge nel documento -. Avevamo detto che se sfondavano qua, avrebbero sfondato dappertutto. Qua non hanno sfondato. E questo è quanto portiamo in dote a chiunque voglia trarne coraggio, lezione, bilanci, metodo. Il rischio ora è di essere in un nuovo calcolo. Entriamo in una fase di attesa, dove non si rischia la morte improvvisa, ma per lenta agonia”.
La Rsu sottolinea che chi “acquista non ha un proprio piano industriale ma lo fa per venderci a un terzo soggetto industriale. E veniamo acquistati non per tornare a fare semiassi, ma per una reindustrializzazione che potrebbe comprendere lo svuotamento totale del capannone e una produzione completamente diversa. Un’operazione complessa la cui riuscita è tutta da verificare”.
Rimane quindi in campo la proposta di realizzare un Polo pubblico per la mobilitĂ sostenibile “e confermiamo l’attivitĂ del gruppo di competenza contro le delocalizzazioni. Rimane cioè in piedi la collaborazione con ricercatori e ingegneri solidali. Rimane la legge antidelocalizzazioni da promuovere, insieme ai giuslavoristi progressisti”.