Gio 19 Dic 2024
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GKN: ministero convoca tavolo ‘tecnico’ per il 12 ottobre. Urso: “serve progetto concreto per intervento Stato”

Il 12 ottobre  si terrà  il tavolo tecnico preliminare con la Regione sulla  reindustrializzazione” di Gkn. Lo afferma il ministro Adolfo Urso al question time alla Camera

“Lo Stato  ha sì gli strumenti per finanziare i progetti di reindustriazlzzazione e per entrare anche nel capitale, ma serve un business plan affidabile che allo stato purtroppo sulla GKN non c’è”. Lo afferma il ministro Adolfo Urso al question time alla Camera esprimendo l’auspicio “che venga presto presentato un progetto concreto, credibile e sostenibile”.

Intanto la  sottosegretaria al ministero delle Imprese e del made in Italy Fausta Bergamotto “ha convocato per la prossima settimana, il 12 ottobre, il tavolo tecnico preliminare con la Regione si parlerĂ  ovviamente di reindustrializzazione” di Gkn.

“Se ci verrĂ  presentato, in data 12 ottobre siamo pronti ad esaminarlo e convalidarlo ove risponda ai requisiti fondamentali della reindustrializzazione” ha aggiunto ancora Urso. Che ha precisato come un vero e  proprio tavolo di crisi sulla GKN  “non c’è e ci può essere perchĂ© sussiste una procedura di liquidazione che impedisce a norma di convocare uno stato di crisi”.

lo scorso 25 settembre il collettivo di fabbrica ex GKN aveva rivelato che”con una PEC inviata alle 21.01 di sabato sera, QF ha comunicato alla RSU e alle organizzazioni sindacali, la richiesta di incontro per informare della volontĂ  di avviare la procedura di licenziamento.  Gli operai se lo aspettavano. La scadenza della cassa integrazione prevista per dicembre e il silenzio della proprietĂ  di questi mesi facevano presagire un passaggio formale e sostanziale del genere. Ma a distanza di poco piĂą di due anni da quel luglio 2021 quando un’email informava i lavoratori della volontĂ  di dismettere lo stabilimento aprendo la procedura di licenziamento collettivo, vedersi recapitare una nuova missiva certificata in cui la sorte sembra la stessa è sicuramente una ferita che si riapre, peraltro non essendosi mai rimarginata ed essendo sotto ai ferri da mesi nel tentativo, soprattutto dei lavoratori e delle istituzioni regionali, di trovare una nuova prospettiva produttiva per la fabbrica e i suoi dipendenti.