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Gli arazzi di Cosimo de’ Medici tornano a casa a Palazzo Vecchio

arazzi

Venti arazzi dedicati alle Storie di Giuseppe, commissionati dal duca Cosimo I de’ Medici, dieci dei quali ora al Palazzo del Quirinale, tornano nella loro collocazione originale, nella Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio, per i prossimi tre anni, rinnovabili su accordo delle parti.

Grazie a un accordo firmato ieri al Quirinale dal segretariato generale della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti, dal sindaco Dario Nardella e dal segretario generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Carla Di Francesco, verranno esposti a rotazione, quattro alla volta, i dieci arazzi di proprietà delle Gallerie degli Uffizi in deposito al Comune di Firenze e i dieci arazzi della dotazione presidenziale.

Il segretariato generale della presidenza della Repubblica ha, infatti, raccolto la proposta del Comune di Firenze promuovendo la creazione di un gruppo di lavoro congiunto, anche con rappresentanti del, per dar vita a un progetto che valorizzasse l’importante ciclo tessile.

“L’accordo firmato ieri al Quirinale è una conquista molto importante non solo per Firenze, ma per la cultura italiana in generale – ha detto il sindaco Nardella -. È la conclusione del lavoro durato quasi due anni tra Quirinale, Ministero dei Beni e delle Attività culturali e Comune di Firenze per riaggregare finalmente i 20 arazzi della collezione medicea di Cosimo I, una battaglia che abbiamo portato avanti anche grazie all’intervento di quotidiani, cittadini, istituzioni culturali e che ha trovato un ascolto attento da parte del presidente della Repubblica Mattarella, che voglio personalmente ringraziare a nome di tutta la città, perché ha consentito che si realizzasse qualcosa che non avremmo mai immaginato”.

“Questo accordo prevede la riunione dei 20 arazzi a Firenze, che non avveniva dai tempi in cui la nostra città era Capitale d’Italia – ha spiegato il sindaco -. Si tratta di un risultato importante raggiunto anche grazie al forte impegno messo in campo dal gruppo di lavoro di Palazzo Vecchio guidato dal Capo di gabinetto Manuele Braghero”.

“La prima esposizione dei quattro arazzi sarà possibile entro l’estate – ha continuato Nardella -. Saranno esposti a rotazione, quattro alla volta, nella Sala dei Duecento, che è stata predisposta per questo, ma l’accordo prevede anche eventuali mostre o esposizioni di altra natura sia a Firenze che al Quirinale o in altri luoghi d’accordo con i soggetti firmatari. Nel periodo di esposizione degli arazzi la Sala dei Duecento entrerà a far parte del percorso museale di Palazzo Vecchio per consentire ai visitatori di ammirare la loro straordinaria bellezza nel contesto per cui furono realizzati”.

Negli anni tra il 1546 e il 1553 l’arazzeria ducale Medicea realizzò questo grandioso ciclo di venti arazzi, tessuti sulla base dei disegni di Agnolo Bronzino, Pontormo e Francesco Salviati. Dopo l’Unità d’Italia il ciclo entrò a far parte della dotazione della Corona e nel 1882 dieci dei venti arazzi furono trasferiti a Roma come arredo delle sale di rappresentanza del Palazzo del Quirinale.

Dal 1983 al 2012 i dieci arazzi conservati a Firenze sono stati oggetto di un complesso e impegnativo intervento di restauro curato dall’Opificio delle pietre dure. Analogo intervento, coordinato con il citato istituto fiorentino, è stato eseguito tra il 1995 e il 2012 dal Laboratorio restauro arazzi del Quirinale sui dieci panni conservati a Roma.

I venti arazzi, che rappresentano una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale, sono stati riuniti per la prima volta dall’800 in occasione della mostra dal titolo ‘Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino’, allestita nel Palazzo del Quirinale, al Palazzo Reale di Milano e a Palazzo Vecchio a Firenze, per un anno, nel febbraio 2015-2016.

Per l’occasione la Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio è stata adeguata ad una funzione museale tramite la predisposizione di apparecchiature per il controllo del microclima, delle polveri e dell’illuminazione, e sarà inserita nei percorsi di visita del palazzo. Tutte le spese saranno a carico del Comune.

 

 

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