“Vaccini, dati Inps e digital divide: il sindacato chiede di intervenire sulle disuguaglianze tecnologiche. Per Alessio Gramolati, segretario generale dello Spi Cgil Toscana, la tecnologia sta rappresentando una nuova fonte di disuguaglianza.
In primo piano c’è il tema dei vaccini, certamente. E se sei fortunato ad avere in casa un familiare che ti aiuta, allora puoi sperare di fare le prenotazioni on line. Ci vuole un buon computer, una buona connessione e bisogna sapere impiegare bene questi mezzi. Per tanti anziani può essere un problema. Ma non solo. Il tema del digital divide si è riproposto con tutta la sua forza durante questi mesi di pandemia. Il divario tecnologico – che riguarda chi non sa o non può usare un computer – ha riguardato in questi mesi e continua a riguardare gli anziani, ma anche le tante persone che vivono lontane dalle grandi città. In media in Italia sono il 25%, mentre in Toscana sono il 30%. Soprattutto a causa di una connessione di bassa qualità. E dunque problemi con la DAD, problemi con lo Smart working, problemi che le prenotazioni on line. Ma – come ci ha raccontato Alessio Gramolati – segretario generale dello Spi Cgil Toscana – i problemi non finiscono qui.
Da tempo infatti l’Inps non manda più a casa la documentazione cartecea ai suoi utenti. E stiamo parlando di 16 milioni di pensionati in Italia. Il problema è che – per i motivi detti, dunque scarsa alfabetizzazione telematica, problemi di accesso, etc. – solo un quarto di questi utilizza il complicato sito dell’Inps per accedere e verificare la propria posizione pensionistica. E dal primo di ottobre, cioè da quando entrerà in vigore l’utilizzo dello Spid, le cose rischiano di complicarsi ancora di più. La supplenza all’Ente previdenziale che dovrebbe assicurare l’accesso ai dati a tutti, la fanno le famiglie e il sindacato con i Caf o i patronati, con dunque i pensionati che si ritrovano a dover pagare un servizio che dovrebbe essere loro garantito gratuitamente. Un problema di accesso, ora un problema di democrazia.