Site icon www.controradio.it

Grosseto, incastrato da DNA uomo che uccise e scuoio’ lupo

Si tratta di un giovane di Riotorto (Livorno) al quale e’ stato notificato l’avviso di conclusione indagini in relazione al procedimento per i reati di uccisione di animale e furto venatorio.

Lo aveva catturato con un laccio  e scuoiato con un coltello a lama corta, quindi lo aveva appeso ad un cartello stradale per le zampe. Era l’aprile del 2017 e la carcassa di un lupo fu trovata al confine tra Suvereto (Livorno) e Monterotondo Marittimo (Grosseto). Per quella macabra uccisione i carabinieri del nucleo forestale di Grosseto hanno trovato il responsabile: si tratta di un giovane di Riotorto (Livorno) al quale e’ stato notificato l’avviso di conclusione indagini in relazione al procedimento per i reati di uccisione
di animale e furto venatorio. Il responsabile e’ stato individuato grazie al Dna. Accanto al lupo appeso c’era sul cartello segnaletico un cartone con la scritta: ‘No agli abbattimenti, si’ alla prevenzione’.
Tra il 2013 e il 2014 erano state trovate, nell’entroterra della provincia 13 carcasse ritenute di canidi, e poi rivelatisi, in 11 casi, essere invece esemplari di lupo
geneticamente ‘puro’. Anche nei tre anni successivi, 2015-2017, sono state rinvenute due carcasse di lupo. Nel tempo si sono ripetute le proteste degli allevatori per la ‘strage’ di greggi nelle loro proprieta’ con ingenti danni economici.

“Desideriamo complimentarci con l’Arma dei Carabinieri per questo brillante risultato dopo la rabbia provata per l’uccisione del lupo, ora chiediamo che sia fatta rapidamente giustizia e che il responsabile dell’ignobile atto sia condannato senza alcuna attenuante”. Lo commenta Massimo Vitturi, responsabile Lav Animali Selvatici, a proposito dell’attività investigativa che ha permesso di scoprire chi uccise e scuoiò un lupo, esponendo la carcassa su un cartello stradale fra Suvereto (Livorno) e Monterotondo (Pisa). ” In alcune aree del Paese la presenza del lupo è mal tollerata dagli allevatori e in quelle stesse zone nel corso degli anni sono stati registrati decine di casi di uccisione di lupi, spesso con la provocatoria esposizione al pubblico dei loro corpi senza vita – prosegue la nota – Lav continuerà a seguire il caso perché il responsabile dell’uccisione del lupo – che ricordiamo è una specie superprotetta – sia condannato anche a pagare il danno erariale procurato allo Stato, in analogia con quanto accaduto in provincia di Bolzano dove a giugno scorso due ex amministratori sono stati condannati al pagamento di una somma superiore al milione di euro, proprio per avere consentito l’uccisione di animali protetti. Vogliamo che la condanna sia di monito per tutti coloro che vogliono farsi giustizia da sé”. “L’unica possibilità di permanenza delle attività umane che si svolgono sui territori frequentati dai lupi passa attraverso l’adozione dei migliori sistemi di prevenzione delle predazioni – conclude Vitturi – gli allevatori devono prendere atto che il ritorno dei lupi rappresenta un successo nella lotta contro la loro estinzione, e la convivenza è l’unica strada da perseguire!”.

Exit mobile version