Dom 22 Dic 2024
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ToscanaCronacaGuardia di Finanza: sequestrati reperti archeologici di origine Etrusca

Guardia di Finanza: sequestrati reperti archeologici di origine Etrusca

Arezzo, la Guardia di Finanzia di Poppi ha sequestrato alcuni reperti archeologici di origine etrusca.

Le indagini della Guardia di Finanza (GdF), nell’ambito dell’attivitĂ  di polizia economico-finanziaria, hanno portato al sequestro di reperti archeologici etruschi, risalenti al periodo tra il VII e VI secolo a.C., che con molta probabilitĂ  provengono dall’area dell’Etruria meridionale.

I reperti, dei manufatti in ceramica e terracotta, dall’inestimabile valore, sono oggetti che un tempo venivano usati, nel quotidiano, per conservare alimenti e bevande.

Nello specifico sono stati ritrovati sette oggetti: due oinochoe (brocca di vino) in bucchero, un oinochoe in ceramica d’impasto a bocca trilobata, un holmos (vaso su alto piede) in ceramica d’impasto rosso, un kylix (coppa per il vino) in bucchero,
una olla biconica (recipiente di terracotta, destinato perlopiĂą alla cottura o alla
conservazione dei cibi), una tazza attingitoio.

Le indagini svolte dai Finanzieri

La Guardia di Finanza ha scoperto i reperti nel corso di un controllo amministrativo
presso un esercizio commerciale del Comune di Poppi. Le operazioni di recupero sono poi proseguite all’interno dell’abitazione del titolare dell’azienda.

Dalle indagini i Finanzieri hanno poi individuato il ‘fornitore’ in un uomo residente nel comune di Calenzano (FI). A seguito di questa identificazione la Procura della Repubblica di Arezzo ha rilasciato l’autorizzazione alla perquisizione dell’abitazione del soggetto.

L’intervento di recupero dei reperti etruschi si è svolto con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena – Grosseto – Arezzo. Questa attraverso complessi e accurati accertamenti tecnici ha stabilito la datazione e l’origine degli oggetti che, per le evidenti tracce di incrostazioni terrose, di solidificazioni calcaree e, in alcuni casi, di fratture, si ritiene che possano provenire da scavi non autorizzati.

Grazie all’intervento della Gdf, il “materiale” archeologico sarĂ  al piĂą presto “restituito” agli
enti competenti, a beneficio dell’intera collettività.