Sab 28 Dic 2024
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ToscanaCronacaI Rom, la sinistra e lo Stato di diritto

I Rom, la sinistra e lo Stato di diritto

Un Rom (2 Rom, 5 Rom) si rendono protagonisti di un gesto esecrabile, efferato, da condannare con la giusta durezza, e che sanno fare i benpensanti della sinistra? Niente di meglio che mischiare le loro riflessioni a quelle di un Salvini qualsiasi.

Anzi, riescono a fare addirittura di  peggio:  passare, cioè,  dal principio cardine dello stato di diritto e della civiltĂ  occidentale (quello della responsabilitĂ  individuale), a quello ‘nazista’ della responsabilitĂ  di ‘gruppo’ o di ‘razza’. Naturalmente  non si rendono conto del pericolosissimo scivolamento, ed infatti,  se li contraddici, ti rispondono ‘a cantilena’: ” così fai vincere la destra”.

E no, compagni, la destra semmai  ha giĂ  vinto!  Ha vinto nei vostri discorsi e, prima ancora, nelle vostre idee. Nella vostra bava alla bocca che è la stessa della destra xenofoba. Quale differenza infatti ci può essere tra chi sostiene ‘da sinistra’ soluzioni esemplari, smantellamento dei campi, ‘tolleranze zero’ verso i Rom (tutti), e paventa deportazioni di massa, da chi sostiene le stesse cose ‘da destra’? Con tutta evidenza, nessuna.

Il fatto è che da qualche tempo assistiamo ad un imbarbarimento dei costumi e dei discorsi che ha pervaso anche ambienti che fino ad oggi ne sembravano immuni. Magari si trattava di persone che pensavano le stesse cose di oggi, solo che la ‘politica’ cui eravamo abituati, almeno a sinistra, era solita riportare il discorso nella giusta carreggiata.   Ricordando a tutti che il passaggio dalla responsabilitĂ  dell’individuo a quella del gruppo è essenzialmente il passaggio del razzismo,  in tutti i campi. Oggi avviene l’esatto  contrario,  sono per primi i politici ad aizzare la folla, a dare la linea del progrom: “sono tutti lari” “i bambini chiedono l’elemosina” “non lavorano” e via di luogo comune in luogo comune.

Si dimenticano di essersi dimenticati di elaborare una qualsiasi strategia che abbia almeno il senso dell’inclusione. E che nell’abbandono degli ‘ultimi’,  di quelli che non ce la fanno o rimangono indietro, sta l’essenza stessa della sconfitta storica della sinistra. Che non ha caso ha perso le periferie, prima culturalmente e poi elettoralmente,  rendendole territorio di una guerra tra poveri, appannaggio delle destre piĂą retrive.

Se poi l’importante è vincere, vorrei ricordare a lorsignori che anche Hitler vinse. PiĂą o meno sostenendo le stesse cose. Si accomodino. Non in mo nome, però. Nè in quello della sinistra per favore.

DG

(ps. Innanzitutto vorrei esprimere la massima vicinanza alla famiglia del ragazzo gravemente ferito, cosa che in molti si sono dimenticati di fare)