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🎧 I vaccini possono rendere il virus più aggressivo?

60-79 anni

CAMPAGNA VACCINI COVID 19 ANZIANI OVER 80 Foto Imagoeconomica

Sull’efficacia dei vaccini e il lo ruolo nella evoluzione delle varianti abbiamo intervistato il dott. Luca Ferretti , ricercatore di Genetica statistica e dinamica dei patogeni all’università di Oxford, che nel Dicembre scorso aveva messo in guardia contro questa possibilità.

I virus possono diventare più aggressivi e pericolosi quando si usano vaccini ‘imperfetti’, ovvero vaccini che prevengono la malattia ma non la trasmissione del virus ad altri individui. E’ la tesi contenuta in uno studio risalente al 2015  curato da un gruppo di ricercatori della Penn State University del Pirbright Institute studiando gli esiti della vaccinazione dei polli contro la malattia di Marek causata da un herpes virus. E’ quello che è successo anche con il covid da gennaio ad ora?

La nascita di ceppi resistenti a cure e vaccini  non è ipotesi remota. “Accade, di fronte a vaccini imperfetti” spiegava parlando a dicembre scorso con Repubblica,  Luca Ferretti, ricercatore di Genetica statistica e dinamica dei patogeni all‘università di Oxford. Ferretti citava proprio  il caso del virus di Marek. “È pericoloso perché induce tumori. I vaccini sono efficaci nel prevenire i tumori, ma non tanto nel fermare i contagi. Il risultato è stata la selezione nel tempo di un ceppo più virulento”.

Il parallelo con i nostri vaccini anti-Covid – efficaci nel mitigare i sintomi, ma non necessariamente nel prevenire le infezioni – è evidente. “Se dovessero verificarsi fenomeni di resistenza al vaccino – proseguiva Ferretti – dovremmo essere bravi ed accorgercene in tempo. Riprogrammare vaccini nuovi e moderni come quelli contro il Covid, soprattutto se a Rna, non sarà particolarmente difficile né lungo”.

Intanto oggi l’Inghilterra, che è uno dei paesi europei con il più alto tasso di vaccinazioni, si scopre nuovamente sotto pressione a causa dell’aumento dei contagi. I casi legati al ceppo indiano del virus nella scorsa settimana sono stati infatti  oltre 3.400, contro i 1.313 dei sette giorni precedenti. La prospettiva è che la mutazione diventi infezione prevalente. Il governo di Boris Johnson ha disposto un’ulteriore accelerazione della campagna vaccinale per difendersi dall’aumento dei contagi. Le dosi somministrate ai cittadini britannici superano quota 60,5 milioni, il doppio rispetto all’Italia.

 

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