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IL CAFFE’ SCORRETTO 11 settembre – I giovani e quel buco nero chiamato politica

L’editoriale di oggi Domenico Guarino. La rubrica va in onda tutte le mattine alle 8.10 nella trasmissione 30 Minuti su Controradio. 

L’80% afferma  di vivere bene Toscana, sette su dieci sono soddisfatti della propria vita, i 3/4 sono convinti di piacere agli altri. Credono nella famiglia, nella scuola e soprattutto  (il 90% del campione) nell’amore. In generale  si sentono belli forti ed ottimisti. Il quadro che emerge dall’indagine ‘pianeta adolescenza’ curato dall’istituto Piepoli per conto della Fondazione Carlie, sembra fotografare un ritratto idilliaco: i nostri giovani insomma se la passano bene. Eppure, il 60% si dice insicuro, per  2/3 di loro  la noia è una compagnia costante, e ben 3 su 10 dicono di aver pensato almeno una volta al suicidio. Segno che non è tutto oro quel che luccica. E allora qual è il male oscuro di questa generazione?

Le spiegazioni potrebbero essere tante. Una pero’ merita particolare attenzione soprattutto  in tempi di elezioni: solo il 44% si dice interessato alla politica, e solo il 25% afferma di averne fiducia. Mentre per i 4/5 di loro la meritocrazia in Italia non esiste.  Ed infatti il 70 %  confessa candidamente di essere egoista. E allora è la politica,  che non capisce i giovani e li costringe a rinchiudersi nella loro comfort zone, fatta di affetti e congiunti , per usare un termine di moda? O piuttosto  sono i giovani a sentire di non averne bisogno?

Una cosa è certa: se, per dirla con don Milani, la politica è ‘sortirne insieme’, una politica cosi, ragionieristica, fatta di   mera  tecnica amministrativa e giochi di palazzo, non in grado si esprimere un forte orizzonte etico, sembra non bastare   ad  una generazione  che, a ben vedere, esprime un vuoto pesante in termini di valori  collettivi. Qualcosa cioè  in cui credere che non sia il ristretto gruppo dei propri amici o familiari.

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