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L’editoriale di oggi Domenico Guarino. La rubrica va in onda tutte le mattine alle 8.10 nella trasmissione 30 Minuti su Controradio. Per leggere ed ascoltare tutti i ‘caffè’ vai QUI
Centinaia di bambini di origine cinese sottratti all’obbligo scolastico. Accade tra Prato e Firenze e la cosa non sembra fare scandalo. Anzi, a quanto ci raccontano, in alcune scuole addirittura genitori ed insegnanti ‘autoctoni’ tirano un sospiro di sollievo: “meglio, stiamo i più larghi” hanno pensato in molti e qualcuno lo ha anche detto apertamente. Ci piacerebbe sapere cosa dicono invece le istituzioni competenti.
Se cioè è possibile tollerare in nome che per motivi non meglio precisati, anche se tutti sanno quali sono, venga permesso di violare in maniera così palese e scriteriata una legge fondamentale dello Stato italiano, pregiudicando il futuro di un’intera generazione.
Accettare questa situazione significherebbe infatti due cose. Che la comunità cinese ha ragione a non fidarsi della situazione sanitaria delle nostre scuole (e allora verrebbe da chiedersi perché gli altri dovrebbero farlo). Che in nome di una mal intesa ‘integrazione’ si finisce per ammettere il principio di invalidazione delle leggi e della costituzione italiana. Con la conseguenza di alimentare da una parte la tensione sociale già altissima intorno alla scuola ed alla circolazione del covid, e di legittimare, sia pur involontariamente, una visione distorta della comunità cinese come di un gruppo avulso dal consesso civile.
Cosa gravissima in sé, che, paradossalmente, rende ancora più profondo quel fossato che negli anni un lavoro politIco, amministrativo e culturale intelligente aveva via via teso a colmare.
DG