Dom 22 Dic 2024
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Il CAFFE’ SCORRETTO venerdì 18 settembre – LA SVEZIA, IL PREGIUDIZIO ED ALTRE STORIE MISEREVOLI

L’editoriale di oggi Domenico Guarino. La rubrica va in onda tutte le mattine alle 8.10 nella trasmissione 30 Minuti su Controradio.

 

“Bisogna riconoscere che la Svezia è stata capace di evitare un aumento dei contagi”. Lo ha detto Catherine Smallwood, responsabile emergenze dell’Oms in Europa. “Penso che vi siano delle lezioni da imparare dall’approccio adottato dalla Svezia”, ha aggiunto, facendo riferimento soprattutto a “sostenibilità” e “coinvolgimento della popolazione”.

La virata di Smallwood arriva  dopo che il Paese scandinavo, una volta il simbolo stesso del buon governo socialdemocratico,  è stato oggetto di una campagna mediatica, indegna ed ossessiva, tesa a rappresentare un paese allo sfascio,  dove non si aveva cura della salute dei cittadini, e dove la malattia era assolutamente fuori controllo.

Uno dei pezzettini di una comunicazione mediatica che ha teso ad alimentare un continuo terrorismo, lasciando gli italiani in preda ad una cappa di ansia e di isteria che continua a perseverare. Nonostante i numeri  ci parlino di una mortalità oramai residua, di un aumento dei ricoveri e delle terapie intensive assolutamente fisiologico e controllato. Nonostante gli allarmi sulle possibili ecatombi da affollamento (le movide, le discoteche, la Croazia, e prima ancora i tifosi del Napoli, le manifestazioni dei cosiddetti negazionisti etc) si siano sempre dimostrati  tutti infondati. Per ultimo gli strilli mediatici sul  contagio a scuola, che in realtà con la scuola, iniziata da soli due giorni, non hanno nulla  a che fare. L’Oms ci invita a guardare i fatti  E i fatti sono che  l’età media delle vittime del Covid è 82 anni, in massima parte  soggetti con tre o più patologie gravi. Quindi  persone fragili, esposte, già vittime di eccessi di mortalità nel 2015 (45 mila vittime ) e nel 2017 (25mila).  In una popolazione sempre più anziana, ed in preda ad un eccesso di medicalizzazione, il tema quindi non è tanto il covid, ma come dare più salute a queste persone prima ed a prescindere dall’arrivo dei virus. Un discorso ampio, complicato, ma necessario. L’esatto contrario dello spauracchio che si è voluto e si continua ad agitare.