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🎧 Il Covid, i numeri, e quelle domande che aspettano una risposta

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Gli ultra settantenni deceduti in questi giorni in Toscana, hanno avuto una sola dose di vaccino? Ne hanno avute due? O nessuna? I deceduti vaccinati, sono pochi, sono tanti? E i deceduti sempre ultrasettantenni o ultraottantenni non vaccinati, perché non sono stati vaccinati? Domande, che aspettano una risposta

Eppure, dopo quasi un anno e mezzo, continuano ad essere i grandi assenti. I dati. I dati, così centrali nel dibattito sul nostro futuro, il nuovo petrolio. I dati sono tutto. E sono naturalmente indispensabili i dati per capire che cosa è accaduto durante la pandemia e cosa sta accadendo adesso. Non i soliti dati che ci hanno travolto e rimbambito in questi quindici mesi, dei morti, i ricoverati, le terapie intensive e – adesso – i vaccinati. Ma un piccolo passetto in avanti, un piccolo sforzo in più. Magari intrecciando alcuni dati. Eppure no, da settimane ci proviamo senza successo. E, nonostante le domande, non riusciamo ad avere accesso a dati semplici. Un esempio.

Anche in queste ultime settimane la media dell’età delle persone decedute Covid-positive è rimasta pressoché invariata. Diciamo per brevità intorno agli 80 anni. Mentre il dato degli ultra settantenni vaccinati ha raggiunto adesso una percentuale ragguardevole. Dunque cosa sta succedendo? Domanda semplice, che ovviamente non sottace nessuna tesi preconcetta. Ma domanda legittima, che ne genera altre. Gli ultra settantenni deceduti in questi giorni in Toscana, hanno avuto una sola dose di vaccino? Ne hanno avute due? O nessuna? I deceduti vaccinati, sono pochi, sono tanti?

E i deceduti sempre ultrasettantenni o ultraottantenni non vaccinati, perché non sono stati vaccinati? Per rispondere a queste domande si potrebbe cominciare con una operazione semplice: incrociare il database dei deceduti con quello dei vaccinati e andare a vedere così cosa sta accadendo. Dunque sono settimane che richiediamo questo dato alla Regione Toscana ed all’assessorato competente, ma ad oggi non siamo riusciti ad avere una risposta chiara. Due i casi: o l’istituzione regionale non è in possesso di questo dato, e naturalmente questo sarebbe grave.

Oppure non è disponibile a rendere pubblico questo dato, fatto forse ancora più grave. Perché tradirebbe l’obbligo istituzionale alla massima trasparenza ed all’accesso ai dati e impedirebbe a noi di ottemperare ai nostri obblighi deontologici nei vostri confronti. Come di recente sancito anche nel “Manifesto di Piacenza”, sull’informazione giornalistica in campo medico scientifico.

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