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Cultura & SpettacoloIl "di-VINO" di Giorgio Butini arriva a Sesto Fiorentino

Il “di-VINO” di Giorgio Butini arriva a Sesto Fiorentino

Marzo è il mese della rinascita della natura. E a Sesto Fiorentino arriva una mostra di scultura che è un inno alla bellezza e ai valori della vita, in perfetto connubio tra forza e armonia delle forme. La Soffitta Spazio delle Arti ospiterà, nelle sale della storica galleria del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata, dall’1 al 31 marzo, “di-VINO”, la personale dell’artista fiorentino Giorgio Butini.

La mostra sarà inaugurata alla presenza del sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, e del senatore Riccardo Nencini, amico dell’artista. “Con questa proposta – sottolinea Francesco Mariani, responsabile del Gruppo La Soffitta Spazio delle Arti e presidente del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata – portiamo delle splendide sculture di grandi dimensioni nella nostra galleria. Era un po’ di tempo che mancava una personale scultorea nel nostro calendario, ma l’attesa sarà ripagata dalla straordinaria energia ed espressività che le opere di Butini trasmettono. Sarà l’occasione per provare emozioni uniche”.

Giorgio Butini è nato a Firenze il 25 febbraio 1965 e fin da bambino ha manifestato una grande predisposizione per il disegno e le arti figurative.
“All’inizio – racconta l’artista – era un semplice gioco che si è trasformato, negli anni, prima in passione e poi in ragione di vita. Ho fatto mio il linguaggio dei segni, prima di quello della parola”. Butini ha frequentato il Liceo artistico “Cavour” a Firenze, svolgendo contemporaneamente attività formative presso botteghe private di famosi artisti. Ha compiuto anche studi approfonditi sul corpo umano, frequentando corsi di anatomia presso l’Università di Firenze.

“Nel 1982 ho conosciuto lo scultore Antonio Berti – riprende – e ho avuto l’opportunità di frequentare assiduamente la sua bottega. Dal 1985 al 1989 sono entrato a far parte, come allievo, dell’Accademia privata dell’artista Raimondo Riachi a Firenze, ambiente che ho continuato a seguire come collaboratore dal 1990 al 1994. La formazione presso la bottega del maestro mi ha permesso di acquisire una vasta esperienza in molteplici discipline e tecniche, specializzandomi sia come scultore sui materiali più vari (marmo, pietra, creta, bronzo, alabastro) che come pittore. La mia esperienza si estende anche al campo dell’arte orafa, dal modello in cera alla fusione ed al cesello, con specializzazioni anche nell’ambito del restauro di dipinti e affreschi”.

Dea del Sole

Di lui scrive così lo storico, scrittore ed ex politico Gianni Conti: “Scultore fiorentino di nascita e di vocazione artistica, Giorgio Butini è ispirato quasi costantemente da un realismo drammatico, ricco di movimento espressivo delle figure, svolto con uno stile e un linguaggio raffinato. La sua invenzione artistica plasma la materia in modi mai scontati, ispirati all’armonia pura delle forme.

La passione per il corpo umano, approfondito con studi anatomici nel campo della medicina, ha portato Giorgio Butini ad esprimere in una tensione quasi esasperata la sua sintesi ideale tra forma e spazio, tra movimento e forza, che nelle sue opere si fanno dinamismo o puro e plasticità armonica. Allievo dello scultore Antonio Berti, Butini ha fatto propria la lezione accademica, elaborandola in una visione del tutto personale, tra classico e fantastico. Spesso ispirate da fatti e situazioni legati alla nostra epoca, le opere di Butini rappresentano arte matura e trasmettono con vigore la sensibilità profonda e la spiritualità dell’artista. La sua opera, così profondamente caratterizzata da valori etici oltre che espressivi, è prossima a varcare i confini di una già lusinghiera affermazione nazionale, per diffondersi con successo anche in ambiti e culture a noi lontani”.

Le sculture del Butini degli ultimi tempi – che si è fatto notare negli anni novanta con il ciclo “Metamorfosi”, sino a giungere ad un palcoscenico internazionale – sono ispirate alle “divinità”: in un intreccio tra luci ed ombre, le forme plasmate riportano a galla le nostre emozioni smarrite in una intensa esperienza percettiva.