Celebre per la maniera provocatoria e irriverente con la quale adatta le opere classiche alla scena, il regista Konstantin Bogomolov presenta il capolavoro di Dostoevskij, Delitto e castigo, da domani, 15 marzo a domenica 18 marzo, al Teatro Metastasio di Prato., feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30.
Il lavoro di Bogomolov sul romanzo del grande autore russo parte da un cinico ma condivisibile dato di fatto: «Il dubbio se sia giusto o meno uccidere non è più un argomento così attuale» perché al delitto non consegue più necessariamente il castigo né la pena. Bogomolov riadatta il famoso romanzo senza riscriverlo ma tagliandolo e ricomponendolo in modo da attualizzare la vicenda e allontanarsi dalle influenze formali di ambientazione russa e, quindi, da ciò che storicamente, religiosamente e politicamente questa adesione comporterebbe, assemblando un vero e proprio montaggio e smontaggio di frammenti.
Immerso in una scena che sembra ricordare le ambientazioni tarantiniane di Pulp Fiction (pellicola alla quale Bogomolov paragona l’opera di Dostoevskij), forte di un eccezionale cast tutto italiano – Anna Amadori, Marco Cacciola, Diana Hobel, Margherita Laterza, Leonardo Lidi, Paolo Musio, Renata Palminiello ed Enzo Vetrano – il riadattamento abbandona subito l’immaginario oscuro della San Pietroburgo in cui è ambientato il romanzo e con ghigno ironico e riferimenti pornografici ricrea un’atmosfera tendente a certi modelli caratteristici delle sitcom americane, in cui le azioni tendono a concentrarsi attorno ad un divano.
Tutti i personaggi sono in qualche modo legati alla contemporaneità e ai suoi temi tra i più scottanti, come gli omicidi gratuiti, la pedofilia, il consumismo, l’omosessualità, gli abusi di potere, l’immigrazione, la malattia terminale, la conversione religiosa: il protagonista Raskol’nikov è dunque un giovane immigrato africano privo di qualsiasi ideologia che si rende colpevole di omicidio uccidendo una donna bianca e sua figlia; sua sorella Dunja e la madre entrano in scena sulle note di Booomba, un classico dei villaggi vacanze, con indosso gli sgargianti pagne africani; Sonja cerca di redimere il proprio senso di colpa di prostituta offrendo a Radja conforto e aiuto persuadendolo a convertirsi al cristianesimo; Porfirij Petrovič è un giovane istruttore attratto da Radja e per questo pronto a ricattarlo sessualmente…
Afferma Bogomolov: “(affrontare Delitto e castigo) significa innanzitutto cercare il modo di rapportarsi a un materiale fortemente arcaico. Scoprire come padroneggiare l’inattualità del tema trattato. Le domande che ci si poneva nel XIX secolo non sono più formulate oggi con lo stesso pungente impulso di trovare una risposta. Il dubbio se sia giusto o meno uccidere non è più un argomento così attuale; ciò probabilmente dipende dal modo in cui la nostra società si è evoluta e si sta evolvendo. È importante quindi riuscire a dare nuova linfa a queste domande, e nuova vita all’argomento che stiamo affrontando. Al tempo stesso però ho voluto rispettare la grande ironia che caratterizza le opere di Dostoevskij, anche se nel romanzo in questione è quasi assente. Bisogna ricordare, tra l’altro, che si è creata una vastissima mitologia a partire da questo romanzo: sono molte le interpretazioni che se ne sono fatte. In tal senso posso dire che il dialogo che noi intraprendiamo qui non è solo un dialogo con l’autore e con il romanzo, ma con la sua mitologia e con tutte le numerose versioni e differenti letture che gravitano attorno a Delitto e castigo.”