Seguendo i suggerimenti di Fotografia Europea 2019 abbiamo percorso la Via Emilia verso Est. Adesso invece partendo dall’epicentro del festival, a Reggio Emilia, giriamo il timone in direzione opposta e arriviamo velocemente a Parma per “Il sorpasso”.
A Parma si trova una mostra veramente avvincente. “Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961” è un racconto collettivo per immagini che fa rivivere i tempi del primo dopoguerra. Racconta miseria e nobiltà degli anni nei quali avveniva la ricostruzione del Paese e cominciava il cammino verso il boom economico degli anni ’60.
La mostra “Il sorpasso” prende in prestito il titolo dal celeberrimo film di Dino Risi del 1962 per mostrarci tanti aspetti di cosa fu la vita in Italia in quel periodo.
“Il sorpasso” documenta la vita politica e quella privata; e insieme le lotte per il lavoro, le rivoluzioni del costume, la costruzione delle autostrade, il cambiamento del paesaggio. Insomma racconta il paese che usciva da uno stato di arretratezza ridotto a brandelli dalla seconda guerra mondiale.
Un paese che nonostante tutto trova l’energia di rialzarsi in piedi velocemente e di cominciare a correre.
Proprio come facevano Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant sulla Lancia Aurelia B24S Spider del 1955 usata nel film.
La selezione delle 160 immagini in mostra è sapiente ed efficace. L’allestimento è chiaro, lineare, senza fronzoli. Così si impara di più visitando questa mostra che leggendo tanti testi di storia moderna.
Visto che a scuola non si arriva mai, chissà perchè! – a studiare questo periodo di storia patria, dovrebbero vedere “Il sorpasso” tutte le classi di liceali della zona. E la mostra dovrebbe continuare a girare il paese intero.
Infatti, come sottolineano i curatori Enrico Menduni e Gabriele D’Autilia, la mostra “racconta l’Italia che, attraverso le energie e la volontà dei suoi abitanti, è riuscita a rinascere e rimettersi in piedi. Un ottimo esempio da cui prendere spunto anche nell’attualità”.
Per svolgere questo racconto, e per tuffare i visitatori nell’atmosfera di quegli anni, le immagini scelte sono state tratte soprattutto dai rotocalchi dell’epoca. Infatti sono questi, insieme al cinema, a restituire in maniera straordinariamente viva il senso della nuova Italia del dopoguerra. Come eravamo. Amarcord.
Accanto a tante fotografie anonime, ma non per questo meno interessanti o toccanti, si alternano ne “Il Sorpasso” anche immagini di grandi fotografi di quell’epoca. Gente come, e mi dispiace per l’elenco a lista della spesa ma non si può tralasciare davvero nessuno, Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Cecilia Mangini, Federico Patellani, Caio Mario Garrubba, Pepi Merisio, Wanda Wultz.
Senza dimenticare Tazio Secchiaroli, Ferruccio Leiss, Romano Cagnoni, Walter Mori, Bruno Munari, Italo Insolera, Italo Zannier.
E per concludere, tra gli stranieri che arrivano nel Bel paese seguendo la Hollywood sul Tevere o per curiosità propria, ci sono i grandi Willian Klein, Alfred Eisenstaedt, Gordon Parks.
“Il Sorpasso” è una mostra organizzata dall’Istituto Luce-Cinecittà, promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Parma in collaborazione con lo Csac – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, ed è curata da Enrico Menduni e Gabriele D’Autilia. La mostra rimane aperta fino al 5 maggio. Da non perdere!
Margherita Abbozzo. (3.fine)
Tutte le fotografie sono mie. Info pratiche per la mostra “Il Sorpasso” qui. Credits: quella di copertina è un fermo immagine dal film di Dino Risi, 1962; poi Csas, Fondo Publifoto; San Donato Milanese, 1955, di Cecilia Mangini; Rai Teche; Csac, Fondo Publifoto; Archivio Fotografico Luce, Fondo Dial; Per soli uomini, Calabria, 1954, Archivio Fotografico Luce, Fondo C.M. Garrubba; Pepi Merisio.