E’ quanto precisato da Arpat, al termine delle prime verifiche effettuate. “Si ritiene improbabile – prosegue una nota diffusa da Arpat – una contaminazione significativa dei vegetali e delle superfici nelle aree circostanti il centro commerciale e sono escluse ricadute significative giĂ a distanze di alcune centinaia di metri”.
L’incendio divampato ieri pomeriggio nel centro commerciale Unicoop di Ponte a Greve a Firenze, e domato nella notte, ha prodotto “una quantitĂ piuttosto limitata di inquinanti”, anche grazie alla bassa intensitĂ dei venti al momento in cui si sono sviluppate le fiamme. E’ quanto precisato da Arpat, al termine delle prime verifiche effettuate. “Si ritiene improbabile – prosegue una nota diffusa da Arpat – una contaminazione significativa dei vegetali e delle superfici nelle aree circostanti il centro commerciale e sono escluse ricadute significative giĂ a distanze di alcune centinaia di metri”. “Sono comunque state attivate – si precisa sempre nel documento – le necessarie procedure per gli accertamenti quantitativi dell’impatto”. L’incendio ha interessato principalmente la copertura dell’edificio, in particolare il tetto ventilato costituito da un ‘sandwich’ di pannelli di legno con all’interno un isolante termico e la guaina bituminosa che copriva parte del tetto. Le fiamme hanno interessato almeno parzialmente anche l’impianto fotovoltaico. “I dati su intensitĂ e direzione del vento – spiegano ancora i tecnici di Arpat – provenienti dalla centralina meteorologica del Centro funzionale regionale di Case Passerini mostrano durante l’evento venti deboli con direzione variabile”. Gli inquinanti prodotti nell’incendio, viene precisato, sono “prevalentemente idrocarburi policiclici aromatici, a causa della combustione della guaina bituminosa e, in misura minore, diossine e furani, a causa della combustione del legno”.