
L’ex Sindaco di Prato Matteo Biffoni e il Sindaco di Montemurlo Simone Calamai sono tra i 15 indagati per l’alluvione del 2 novembre 2023 per i reati di omicidio e disastro colposo. Mentre si guarda al peso che potrà avere questa inchiesta sulle elezioni regionali.
Sono quindici gli indagati per l’alluvione che il 2 novembre del 2023 colpì la piana fiorentina e la provincia di Prato, tra tecnici e politici, tutti del Partito Democratico. Spiccano due nomi, quello del Sindaco di Montemurlo Simone Calamai e dell’ex Sindaco di Prato Matteo Biffoni. Ci furono durante quella notte due morti. Le accuse sono gravi: omicidio e disastro colposo. E non riguarderebbero direttamente i fatti di quella notte, ma quanto non fatto prima dai sindaci per prevenire il disastro. La magistratura farà il suo corso e tutti si dicono fiduciosi nel loro lavoro. La questione è però che si tratta di uno scossone forte per il Pd alle porte delle prossime elezioni regionali. Anche perché si può avere fiducia nella magistratura quanto si vuole, ma i tempi della giustizia in Italia sono noti a tutti. E questo peserà sulle prossime elezioni. Dichiarazioni di rito: massima stima per gli amministratori locali e fiducia nella magistratura. Si, ma poi? La questione investe anche l’attuale vice sindaco di Prato, il Sindaco di Montemurlo che è anche Presidente della Provincia e due assessori. Ma la questione Biffoni è diversa e rischia di gettare un’ombra sulla costruzione del percorso del centrosinistra per le prossime regionali. Il Segretario del Pd di Prato Biagioni auspica “tempi ragionevoli”. Biffoni ribadisce di aver fatto “tutto il possibile” durante quelle ore drammatiche. Potrà candidare il Pd un ex Sindaco ora indagato ma che con la sua storia politica e il consenso raggiunto in dieci anni di governo della difficile città di Prato ha dimostrato di essere tra gli esponenti del Pd più capaci e popolari?