Ven 27 Dic 2024
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ToscanaCronacaInchiesta corruzione a Prato, altri due carabinieri indagati

Inchiesta corruzione a Prato, altri due carabinieri indagati

Inchiesta corruzione a Prato, altri due carabinieri indagati da Dda. Uno per omessa denuncia di uomo con ascia, l’altro per peculato. Interrogatori da lunedì 3 giugno.

Altri due carabinieri sarebbero indagati nell’inchiesta della Dda di Firenze – coi pm Luca Tescaroli, Lorenzo Gestri, Lorenzo Boscagli e Massimo Petrocchi – sui favori da parte del comandante dei carabinieri della compagnia di Prato, tenente colonnello Sergio Turini, ad alcuni imprenditori italiani e cinesi. Sono due colleghi dell’ufficiale arrestato in carcere per corruzione e altri reati fra cui l’accesso abusivo alla banca dati (riservata) delle forze dell’ordine per procurare informazioni a un imprenditore pratese e a un detective arrestati ai domiciliari. Secondo quanto riporta il Corriere Fiorentino, un altro carabiniere indagato è un capitano alla guida del Nucleo Radiomobile di Prato accusato di omessa denuncia dell’episodio di un cinese trovato ad agitare un’ascia in strada il gennaio scorso. Il fatto non venne segnalato all’autorità giudiziaria e tale uomo non venne identificato. Risulta, poi, che fosse il padre, scrive il quotidiano, di un cinese titolare di una lavanderia che avrebbe rapporti con un graduato dell’Arma in servizio a Prato.

Secondo la Dda, Turini, informato dal capitano, avrebbe chiesto di non procedere nei suoi confronti e di non sequestrare l’arma da taglio. “Nessuna segnalazione, è ridimensionato, non è reato e chiusa la partita – avrebbe detto – Se andava nell’orto buon vecchio, diamogli una mano. Se era in piazza Duomo, ok, se ne riparla”. Il capitano è stato perquisito dal Ros ed è stato convocato alla procura di Firenze ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’altro carabiniere indagato è un appuntato in servizio a Poggibonsi (Siena) dove ha prestato servizio Turini dal 2016 al 2021. La Dda gli contesta il peculato, riporta il Corriere Fiorentino, per aver dato un passaggio al figlio di Turini con l’auto di servizio mentre andava da un posto a un altro.