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Inchiesta corruzione a Prato, da lunedì gli interrogatori ufficiali

carabinieri, inchiesta, arresti

Si terranno la prossima settimana gli interrogatori di garanzia per i tre arrestati nell’ambito dell’inchiesta della procura antimafia di Firenze per corruzione e accesso abusivo al sistema informatico.

Il comandante della compagnia di Prato Sergio Turini, assistito dall’avvocato Giovanni Renna, sarà interrogato lunedì prossimo dal gip Anna Liguori. Il militare è anche indagato per peculato, omessa denuncia di reato all’autorità giudiziari e omissione di atti d’ufficio. Poi, in date ancora da definire, saranno ascoltati gli altri due arrestati, finiti ai domiciliari: l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, socio di maggioranza del Gruppo Colle, e il titolare di un’agenzia di investigazioni, Roberto Moretti. Turini, secondo l’accusa, sarebbe entrato abusivamente nella banca dati delle forze dell’ordine, facendo almeno 99 accessi, per soddisfare le richieste di Matteini Bresci sullo sviluppo di indagini, coperte da segreto, a carico di alcuni dipendenti dell’imprenditore. Poi il militare avrebbe informato l’amico sui risultati delle ricerche. Turini per accreditarsi con Matteini Bresci, avrebbe anche acconsentito e cercato informazioni su un altro industriale che a Prato si stava impegnando in investimenti importanti.

“In questo momento sta comprando il mondo! Aziende in perdita palese – dice Matteini Bresci al militare in un’intercettazione -. Sergio a me interessa semplicemente che tu mi dica se è uno con cui starci insieme oppure dici…Riccardo guarda lascia perdere”. Turini, ricostruiscono le indagini, si sarebbe dichiarato pronto ad accontentare Matteini Bresci, chiamandolo ironicamente “generale”. Proseguono intanto le indagini. Stamattina è stato ascoltato il sottosegretario Silli, convocato dalla procura di Firenze come persona informata sui fatti.

Riguardo a Moretti, giovedì mattina quando i carabinieri del Ros gli hanno notificato la misura cautelare agli arresti domiciliari, sono state anche scoperte nella sua abitazione due pistole non denunciate, motivo per cui è scattato un nuovo arresto con l’accusa di detenzione di armi non denunciate. Precisa il suo legale, avvocato Flavio Campagna: “Si tratta di revolver vecchie e inattive che Moretti ha ricevuto in eredità anni fa, da un amico. Non ha denunciato il trasferimento, ritenendole giocattoli. Chiederemo una perizia per dimostrare che non sono funzionanti”.

Per quanto concerne l’inchiesta principale, Moretti nei prossimi giorni sarà interrogato per rogatoria dal giudice del tribunale di Torino. Moretti è accusato di corruzione per essersi avvalso, secondo l’accusa, delle conoscenze di Turini che gli avrebbe procacciato i clienti e fornito informazioni ricavate abusivamente dalle banche date in uso alle forze dell’ordine. “La relazione tra i due – scrive il gip Anna Liguori nell’ordinanza – ha sicuramente creato un vulnus nelle istituzione pubbliche, consentendo di fatto l’operatività di una forza investigativa privata che si avvale dell’apporto di un funzionario pubblico”.

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