Il brigadiere arrestato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Massa sui presunti pestaggi all’interno delle caserme, rimarrà in carcere. Sull’uomo pesano 20 capi di imputazione, è considerato il leader del gruppo di violenti.
Resta in carcere il brigadiere dei carabinieri arrestato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Massa sui presunti pestaggi, abusi e violenze che avvenivano all’interno delle caserme di Aulla e Licciana Nardi (provincia di Massa Carrara).
Lo ha deciso la Corte di Cassazione, respingendo il ricorso presentato dal legale del militare, l’avvocato Gian Paolo Carabelli, e confermando così lo stato di carcerazione del brigadiere, su cui pesano oltre 20 capi di imputazione, tra cui concussione, lesioni, omessa denuncia, favoreggiamento, abuso di ufficio, violenza sessuale.
Il brigadiere, considerato il leader del gruppo che operava in Lunigiana, è in carcere da giugno 2017. L’inchiesta, che si è chiusa ad ottobre scorso, vede indagati complessivamente 37 carabinieri (otto furono raggiunti da misure cautelari: il brigadiere in carcere, altri tre carabinieri ai domiciliari, gli altri sospesi dal servizio e con divieto di dimora). Tra gli indagati anche l’ex comandante provinciale di Massa Carrara, Valerio Liberatori. La procura non ha ancora formulato la richiesta di rinvii a giudizio.