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Inchiesta Serinper su accoglienza minori: 7 a giudizio, 4 assolti

tassista

Il gup di Massa Dario Berrino ha rinviato a giudizio sette persone nell’ambito dell’inchiesta sulle strutture di accoglienza per minori della cooperativa Serinper, operativa nella provincia di Massa Carrara e Lucca. Corruzione e traffico di influenze illecite le ipotesi di reato contestate a vario titolo in questo filone delle indagini, condotte dai carabinieri.

Prosciolti invece il sindaco di Villafranca in Lunigiana Filippo Bellesi, tra le otto persone
finite agli arresti nel dicembre 2020, e Tamara Pucciarelli, moglie di Enrico Benassi, uno dei gestori della Serinper che invece andrà a processo, anche lei destinataria di una misura di
custodia cautelare nel 2020. Assolti inoltre oggi dal gup, dopo aver scelto il rito abbreviato, l’allora consigliere comunale di Montignoso Marino Petracci, assistito dagli avvocati Lara
Balderi e Marco Gianfranceschi, accusato di traffico di influenze illecite, perché il fatto non costituisce reato e l’assessore comunale di Montignoso Giorgia Podestà, accusata di
corruzione, perché il fatto non sussiste.

Tra i rinviati oggi a giudizio figurano i due titolari della cooperativa Enrico Benassi e Alessio Zoppi, l’allora responsabile del centro affidi del Comune di Massa Paola Giusti,
il presidente del consiglio comunale di Massa Stefano Benedetti, la ex dirigente della Società della salute della Lunigiana Rosanna Vallelonga e Mauro Marcelli, all’epoca dei fatti contestati dipendente pubblico, responsabile dell’ufficio Suap unificato per i Comuni della Lunigiana. A giudizio anche l’ex giudice onorario del tribunale dei minori di Firenze Rosa
Russo.

Il processo inizierà l’1 marzo 2023; il Comune di Massa si è costituito parte civile.
“Non luogo a procedere, finisce per me un incubo durato 2 anni. Grazie per il vostro affetto che non è mai mancato”, ha scritto su Fb il sindaco Bellesi. L’inchiesta ha anche un secondo filone, ancora aperto, che riguarda presunti maltrattamenti nei confronti delle madri e dei
minori ospiti delle strutture sparse tra le province di Massa Carrara e Lucca. (ANSA).

In una nota Stefano Bendetti, dopo il suo rinvio a giudizio, spiega di ritenersi “una vera e propria vittima dell’ ingiustizia, poiché non credo assolutamente che l’invio di un curriculum ad una cooperativa privata per l’assunzione di una persona possa essere considerato un reato”.”La riprova dell’ imperfezione dell’indagine – aggiunge – ci é stata fornita stamani anche dal proscioglimento del sindaco di Villafranca il quale da innocente, si è fatto 4 mesi di arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico e oggi sono davvero felice che per lui sia finito quello che si può definire un terribile incubo. A tal proposito mi viene spontanea una domanda: chi pagherà i danni di questo grave errore giudiziario?”.

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