Il 1 giugno 2019 prosegue Inciampo, progetto in progress (fino al 29 settembre) a cura di Paola Tognon, con la presentazione di due nuove opere che dialogano nei secoli all’interno del Museo della Città – Luogo Pio Arte Contemporanea a Livorno
Nel Luogo Pio Arte Contemporanea, all’interno della sua ex chiesa del XVIII secolo, un riallestimento minimale mette in relazione due artisti e due culture diverse: Hidetoshi Nagasawa (1940 – 2018) con l’opera Colonna, 1972 in dialogo con il Grande Rettile, 1967 di Pino Pascali (1935 – 1968). Nella stessa giornata, la presentazione del restauro dei due antichi busti della Congregazione olandese
Colonna, una tra le più stupefacenti opere di Nagasawa, esposta alla Biennale di Venezia nel 1972, anno della sua realizzazione, e al Louisiana Museum nel 1974, è una grande e possente scultura che poggia a terra componendosi di undici sezioni di marmo per una lunghezza di circa sette metri. “Si tratta di undici pezzi di marmo, tutti di colori diversi, provenienti da luoghi diversi e lontani, distanti tra loro anche centinaia di chilometri, io li ho messi vicini. Ho messo gli undici marmi l’uno di seguito all’altro, mantenendo sempre un intervallo di un centimetro. In quel piccolo spazio si chiude la distanza del loro viaggio e la loro storia”.[1]
Nagasawa, nato in Manciuria da genitori giapponesi, arriva in Italia tramite un leggendario viaggio in bicicletta. Nel 1966, dopo una laurea in architettura a Tokyo, Hidetoshi parte dal Giappone e dopo un anno e mezzo di pedalate attraverso decine di frontiere arriva a Istanbul. Qui, accompagnato dalla musica di Mozart proveniente da una radiolina – come nella narrazione che ormai accompagna questo viaggio – attraversa il Bosforo per entrare in Europa e sbarcare in Italia, a Brindisi, per pedalare poi sino a Milano dove il furto della bicicletta segna il suo destino e l’inizio di una nuova vita. Milano, città che in quegli anni viveva un grande fervore sociale e culturale, diventa sua città di adozione; qui entra in contatto con Enrico Castellani, Luciano Fabro, Mario Nigro, Athos Ongaro e Antonio Trotta, con i quali stringe un lungo sodalizio intellettuale e artistico. È stato tra i fondatori della Casa degli artisti, che ebbe un ruolo decisivo nella scena artistica milanese.
La ricerca di Nagasawa, permeata dalla filosofia orientale, affonda però le sue radici e la sua pratica nella cultura di origine e in quella di adozione, culture tra le quali l’artista costruisce ponti e relazioni di senso, con opere dall’alto valore simbolico e poetico in cui si fondono sincreticamente eredità spirituali dell’Oriente e dell’Occidente. “Vorrei vivere come un antico trovatore, anche perché mi piace molto viaggiare. In ogni posto cerco di trovare un rapporto, di scoprire un legame”.[2]
Antichi busti della Congregazione olandese – alemanna di Livorno
Grazie al Rotary Club Livorno il primo giugno 2019 viene presentato il restauro di una coppia di antichi busti della Congregazione olandese – alemanna, due sculture in marmo di Carrara raffiguranti due soldati in uniforme da parata, uno più anziano e uno più giovane, entrambi provenienti dal cimitero della Congregazione olandese – alemanna in via Mastacchi, i cui stilemi e forme fanno pensare a una datazione tardo seicentesca.
Sorta nel 1622 come associazione di tipo assistenziale per i residenti di lingua olandese e tedesca senza distinzione di appartenenza religiosa, la Congregazione olandese – alemanna di Livorno si costituì nel tempo con un’impronta riformata che chiedeva e restituiva l’esigenza di un luogo di sepoltura acattolico e quindi all’epoca soggetto al controllo del Sant’Uffizio. Per questo, il primo cimitero olandese sorto nell’attuale via Garibaldi prese l’aspetto di un giardino attirando l’interesse degli studiosi oltre che dei numerosi viaggiatori stranieri.
Alle Leggi Livornine di fine ‘500 si deve, infatti, l’afflusso di qualificate presenze straniere, il cui lascito, anche dopo le dolorose distruzioni belliche e postbelliche, emerge in particolari ambiti quali i luoghi della fede, facendo di Livorno l’osservatorio privilegiato del pluralismo religioso in Italia.
Le due sculture, esposte per lunghissimo tempo all’esterno, presentavano un cattivo stato di conservazione: entrambe avevano perso naso e cimiero; il più anziano fra i due guerrieri, distaccato dalla base per una rottura del perno e di parte del suo basamento, si trovava a terra, ricoperto di foglie e terriccio; consistenti patine nere avevano inoltre ricoperto la loro superficie. Il restauro attuale, realizzato dal laboratorio Ergo Tèchnes di Alessandra Ascenzi grazie al Rotary Club di Livorno, ci restituisce la coppia di busti nella loro possente eleganza e qualità di finitura sostituendo anche i vecchi basamenti in cemento del 1924 con nuovi basamenti essenziali che rendono leggibile il piedistallo come frutto di un intervento contemporaneo. Al termine del progetto Inciampo (29 settembre 2019) – che vede il loro allestimento a guardia del plastico della Livorno nella parte del Museo della Città – la coppia di busti tornerà nel piccolo Museo della Congregazione olandese – alemanna.
Piazza del Luogo Pio – 57100 Livorno
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