Prosegue il giro di presentazione dei risultati della ricerca sul livello di applicazione delle tecnologie Industria 4.0 nei processi produttivi delle imprese manifatturiere toscane. Oggi, a Siena, presso l’Auditorium di Toscana Life Sciences, che ha collaborato all’organizzazione dell’evento, è stata illustrata la parte riguardante le filiere produttive della chimica-farmaceutica e dell’arredo-casa.
“Tra i due settori – commenta l’Assessore alle attività produttive, Stefano Ciuoffo – occorre fare un importante distinguo, perché le tradizioni produttive di alcuni settori sono un valore aggiunto di cui tenere conto: l’analisi infatti è particolarmente composita e fotografa le naturali differenze tra settori e addirittura, all’interno dei medesimi, anche fra le varie specializzazioni di fase. Questo aiuta a conoscere la complessità del fenomeno della digitalizzazione che va affrontato, anche a livello politico, in modo differente. Non esiste una one best way per approcciare la sfida Industria 4.0, né il raggiungimento di valori di soglia di maturità tecnologica alti sono richiesti allo stesso modo a tutti gli operatori.
E’ importante, però, – prosegue Ciuoffo – attivare e sostenere uno dei motori di cui si compone Industria 4.0, ovvero migliorare risorse e competenze, soprattutto in termini di cultura dell’innovazione e struttura organizzativa, il vero tallone d’Achille nel processo di trasformazione digitale. Chimico-farmaceutico e arredo-casa sono due comparti rilevanti per la Toscana, peculiari del nostro sistema economico: una transizione compiuta al nuovo modello sprigionerebbe ancor più vaste opportunità. L’innovazione non è un’opzione, ma una necessità per chi vorrà rimanere sul mercato: questa è la sfida per il tessuto imprenditoriale”.
Le differenze tra settori delineate dal rapporto trovano la massima espressione nei risultati presentati oggi: da un lato il chimico-farmaceutico, con livelli più avanzati nell’affrontare la sfida Industria 4.0, soprattutto per maturità tecnologica e capacità operativa di digitalizzazione della comunicazione, raccolta dati e utilizzo di macchinari, compresi robot; dall’altro l’arredo-casa, dove l’artigianalità mantiene ancora un ruolo centrale ed il livello di assorbimento delle tecnologie 4.0 resta variabile, per via dei vincoli e della dimensione della manualità, in molti casi vero valore aggiunto.
L’indagine complessiva è stata condotta nel periodo luglio 2018–ottobre 2019, da un gruppo di ricerca interdipartimentale dei tre Atenei toscani, con questionari di assessment e focus group somministrati a distretti tecnologici e aziende. Le aziende coinvolte per la sola analisi delle due filiere sono in tutto 91: 44 del chimico-farmaceutico e 47 del sistema casa. Il campione non è statisticamente rappresentativo dei settori, seppur sufficientemente popolato e qualificato.
Mediamente, le PMI intervistate presentano valori di evoluzione tecnologica 4.0 intermedi (su una scala da 1 a 6). La media regionale di tutte le filiere è 2.6: il chimico-farmaceutico si attesta a 2,93, l’arredo a 2.45. Sono aziende che, posizionandosi tra i cosiddetti beginner (ossia, stanno conducendo progetti pilota su Industria 4.0) e intermediate (hanno cambiato orientamento strategico e stanno sviluppando una strategia di Industria 4.0), dimostrano una certa dinamicità e vivacità e che, come altri settori, si stanno muovendo verso la trasformazione digitale, seppur ad una velocità non sempre adeguata alle sfide sempre più complesse della digitalizzazione. Investono comunque in macchinari e nuove tecnologie, con un’elevata comprensione del valore dei propri dati e della loro tutela, adottando adeguate soluzioni tecnologiche in cybersecurity, una delle tecnologie abilitanti Industria 4.0 maggiormente diffusa e adottata.
Soprattutto nel chimico-farmaceutico emergono segnali positivi riguardo la cultura della digitalizzazione del dato e la sua introduzione lungo l’intera filiera, per superare la centralità dell’operatore, che invece è un tratto tipico dell’arredo-casa (40%). In entrambi i settori, seppur con valori diversi, resta ancora da fare sul fronte dell’interazione con i macchinari, elemento tipico dell’approccio Industria 4.0: se nel chimico-farmaceutico è da ricondurre alla compresenza negli stabilimenti tra macchinari altamente tecnologici e altri più obsoleti, nell’arredo-casa, convivenza tra lavorazioni artigianali, delicatezza dei materiali lavorati e alto livello di personalizzazione dei prodotti rendono più difficile l’automatizzazione dei processi.
Riguardo al livello di maturità organizzativa, per entrambi si registra un indice inferiore rispetto alla capacità tecnologica, confermando alcuni ritardi del sistema toscano a fronteggiare le sfide di Industria 4.0, sia come capacità dell’organizzazione di fare network organico che, soprattutto, di dotarsi di strumenti di comunicazione e condivisione di dati di tipo digitale. Sono tuttavia promettenti i valori della propensione al cambiamento e della collaborazione sociale, soprattutto per il chimico-farmaceutico, che svolge internamente attività di ricerca e sviluppo (95%) e di progettazione prodotto (77%) attraverso team multidisciplinari.
In un sistema produttivo come quello toscano, in cui centralità dell’operatore e del fattore umano giocano ancora un ruolo prioritario nella digitalizzazione, la questione della creazione di nuove competenze e capacità tramite reskilling degli operatori e/o il reclutamento di nuove figure professionali assume un ruolo centrale. Lo sviluppo organizzativo delle PMI toscane passa, perciò, da dinamiche di cambiamento culturale più ampie e sistemiche, con il management maggiormente propenso a coinvolgere i lavoratori.
Infine, relativamente al ruolo delle politiche regionali, la realtà molto articolata e complessa del sistema produttivo toscano richiede soluzioni politiche specifiche, dato che le esigenze dei settori sono diverse. Occorre senza dubbio migliorare il dialogo tra filiere ed estendere l’impatto della rivoluzione Industria 4.0, coinvolgendo i vari attori che vi operano, con un processo di condivisione che superi l’orizzonte di breve periodo, e promuovere l’integrazione di tecnologie e competenze a livello intra-aziendale ed inter-aziendale.