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Inseguimento Firenze: Rossi, Salvini aiuti smantellare campi

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“Quando verrà Salvini chiederò che ci dia una mano per finanziare il piano dello smantellamento dei campi rom”: queste le dichiarazioni di Enrico Rossi,  presidente della Regione Toscana.

“Non capisco quali sono le critiche: se si riferiscono a una foto, l’ho fatta e la rifarei”: lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, a proposito delle polemiche per la foto del 2014, da lui pubblicata al tempo su Facebook e recentemente riapparsa su giornali e social dopo i fatti di Firenze e la morte di Duccio Dini, che lo ritraeva in compagnia di una famiglia rom che viveva in un appartamento vicino al suo. Rossi ha parlato a margine di un briefing per la presentazione delle delibere di Giunta.

“Bisogna stare attenti al razzismo, alla discriminazione, ad alimentare l’odio razziale che farebbe davvero trasformare la Toscana in un Far west”. “Bisogna chiedere con fermezza il rispetto della legge, la legalità, e se ci sono dei criminali vanno assicurati alla giustizia e puniti”, ha detto il governatore, a margine di un briefing con la stampa.
“Evitiamo che ci siano strumentalizzazioni”, ha aggiunto poi Rossi, secondo cui “questo è soprattutto il momento del dolore e della vicinanza alla famiglia. Nessuno potrà mai restituire Duccio ai suoi cari, e credo che questo sia un punto che dovrebbe tutti quanti farci interrogare sulla nostra capacità generale di uomini e affrontare e risolvere i problemi, capire anche la nostra limitatezza, la nostra vulnerabilità della vita quotidiana nella comunità nella quale viviamo. E una volta capito questo provare a reagire usando l’umanità e anche la ragione”.

“Quando verrà Salvini – ha poi annunciato – chiederò che ci dia una mano per finanziare il piano dello smantellamento dei campi rom, cosa alla quale la Regione ha già contribuito notevolmente insieme ai sindaci”. Il presidente ha anche aggiunto che chiederà “la copertura della pianta organica della polizia di Stato, e che i nuovi assunti siano messi sulle strade, nei quartieri, a presidiare le strade”: Rossi ha infatti spiegato di aver proposto ai sindaci di “fare una quindicina di esperienze di vigili di quartiere, in attesa che arrivi un contributo nazionale per risolvere i problemi che sono aperti. A Firenze mancano 100 poliziotti. Vedremo volentieri questi poliziotti presto a presidiare le diverse situazioni nelle quali i cittadini normali avvertono una situazione di disagio, di rischio”.
Per Rossi, “la criminalità non può essere divisa in grande criminalità e microcriminalità. Se viene percepita una situazione di non sicurezza è un tema sul quale lo Stato deve intervenire e dare sicurezza”.

“Lo scandalo dei campi rom deve essere eliminato attraverso il loro superamento. Non siamo a Roma, dove si spendono 24 milioni per mantenere i campi tutti gli anni”. Il governatore ha ricordato che “siamo la Regione che maggiormente ha lavorato coi fondi europei per il loro smantellamento. Questo è stato fatto a Firenze dal sindaco Renzi, più di recente al Poderaccio, è stato fatto a Lucca, a San Giuliano, a Pisa. E sono almeno 15 anni che la Regione lavora su questo. Più recentemente abbiamo allocato altri 2 milioni, adesso credo che bisogna andare alla chiusura finale, e chiudere questo scandalo”.

In Europa, ha osservato ancora Rossi, “ci chiamano il Paese dei campi rom, perché solo in Italia ci sono concentrazioni, sviluppi così gravi. I campi ancora più importanti sono a Pisa, a Firenze, a Prato per un vecchio insediamento di sinti, e un’altra quindicina di campi che sono sparsi per la Toscana, ma sono di dimensione più piccola”. “Mi impegnerò – ha detto -, ho letto dichiarazioni importanti anche dal sindaco Nardella che condivido totalmente, coi sindaci perché a partire anche da un piano nazionale, approvato nel 2012 e poi sviluppato anche nel 2014 con l’istituzione di un ufficio specifico alla presidenza del Consiglio, si vada a fare un piano regionale con risorse adeguate a supporto dei sindaci”.

Per Rossi, “bisogna fare in qualche caso piccoli interventi per fare villaggi dignitosi, piccolissimi, in qualche altro caso bisogna trovare soluzioni abitative che non confliggano, però, coi diritti dei cittadini italiani, e rispettino la legge per quanto riguarda le case popolari. Mi auguro che quando presenteremo questo piano, oltre a mettere risorse regionali e comunali possa venirci un aiuto anche a livello nazionale”.

“Questa vicenda stimola la Regione Toscana, e lo faremo, a modificare la legge sull’assegnazione delle case popolari, perché in questo caso ci troviamo di fronte a persone che non vivevano nel campo nomadi ma in alloggi popolari. Chi vive in case pubbliche deve essere degno di starci”: è questa una dichiarazione del presidente del Consiglio della Toscana Eugenio Giani, il quale ha parlato con i giornalisti, a margine di una iniziativa, dopo la morte di Duccio Dini, il 29enne travolto a domenica alla periferia di Firenze durante un inseguimento tra auto guidate da rom. “Pretendo che questa riflessione avvenga – ha sottolineato Giani -, poi decideremo come modificare il regolamento. Personalmente ritengo che chi è assegnatario delle case popolari deve avere anche le condizioni morali e etiche per farlo. Chi ha carichi pendenti nelle case popolari non ci può andare, e non può entrare in lista per l’assegnazione”.

Quanto ai funerali di Dini in programma domani e al lutto cittadino, Giani ha parlato di “lutto regionale. Metteremo le nostre bandiere a lutto e scriverò a tutti i sindaci della Toscana per stimolare a una riflessione e a un ricordo di Duccio Dini, morto per le follie di questi rom. E’ qualcosa inaccettabile”.
Per Giani, “chi sta in Italia deve rispettare la leggi della Repubblica italiana e chi non lo fa deve essere punito severamente. Non solo occorre superare il campo rom del Poderaccio, e bene ha fatto il sindaco Nardella dicendo che in 18 mesi deve essere abbattuto, ma chi vuol stare in Italia deve smettere di pensare di avere legge propria ma rispettare quella italiana” – ha infine concluso.

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