‘Io ti do aiuto’ è la prima associazione formata da ex pazienti e familiari che forniranno un aiuto alle persone guarite e collaboreranno con le istitituzioni per ‘umanizzare le cure in terapia intensiva. La storia di Maddalena e Silvia.
Vivere l’esperienza della terapia intensiva è un evento che porta delle conseguenze anche quando la malattia è superata. Lo sa bene chi ci è passato, lo sanno bene i familiari di coloro che hanno vissuto un periodo di questo genere. Un supporto diventa quindi necessario. Vuoi per il complesso percorso di riabilitazione, vuoi per le cure particolari che è necessario affrontare. Per questo motivo nasce l’associazione ‘Io ti do aiuto’.
L’associazione è composta da chi in terapia intensiva ci è passato e presieduta da Luigi Paccosi, presidente del Cesvot. Al momento i soci sono 40. Tra gli obiettivi dell’associazione ci sono quelli di promuovere l’informazione sulle cure dopo un ricovero in terapia intensiva; supportare e farsi carico di intevrenti rivolti ai familiari (caregivers) che si occupano dei pazienti dimessi. Inoltre, l’associazione ha lo scopo di collaborare con le istituzioni e la società civile per svolgere un’azione costante e duratura per umanizzare le cure in terapia intensiva e l’accompagnamento e il supporto alle persone guarite da una grave malattia acuta.
Controradio ha intervistato Maddalena Grassi e Silvia Milani, due donne che sono state in terapia intensiva che ci hanno raccontato la loro storia e che oggi sono tra i primi 40 soci di ‘Io ti do aiuto’.
Maddalena Grassi, assieme alla vicepresidente della regione, Stefania Saccardi si può ascoltare in podcast, nell’intervista di Lorenzo Braccini.
Silvia Milani, è originaria della Versilia, ha 40 anni, “nel 2020 ho avuto una semplice influenza – dice Silvia -. Tutto è cominciato così. L’influenza è andata peggiorando e nel giro di un’ora io non respiravo più. Sono portata immediatamente all’Ospedale Versialia, dove hanno detto che ero affetta dal virus H1N1 (l’influenza suina del 2009). Sono stata subito intubata perchè ero in condizioni molto critiche e il primario ha deciso di mandarmi a Careggi. Perchè a Careggi c’era una macchina che poteva salvarmi.”
“Arrivata a Careggi – continua Silvia -, poi, dopo una settimana hanno deciso di attaccarmi alla macchina per l’ossigenazione extracorporea. Grazie a questa, dopo venti giorni, sono riuscita a stare meglio. Poi è stata lunga, perchè poi sono stata a Cisanello e a Volterra dove ho fatto riabilitazione, dove ho reiniziato tutto da capo. Ho reiniziato a camminare e a mangiare. Tutt’ora è dura perchè la vita cambia, però sono felice di essere qua che posso raccontarla. Come dico sempre, la vita è preziosa.”
Io ti do aiuto, vuole anche contribuire concretamente ad una organizzazione su larga scala dell’offerta socio-sanitaria. Impegnarsi, attraverso la collaborazione tra cittadini, enti pubblici e privati, associazioni ed enti del Terzo Settore in genere per la costruzione di una rete di Centri di assistenza disegnati espressamente per le persone che sono state ricoverate in un periodo significativo. Ricvoeri per insufficienza respiratoria, trauma, infezioni gravi, gravi disfunzioni d’organo e altre condizioni con lo scopo di prevenire ulteriori complicanze. E accelerare il processo di repcupero e supportare la persona nel reinserimento sociale.