Firenze, secondo quanto emerge da uno studio di Ires Toscana sull’economia della regione nel contesto della pandemia, presentato dalla Cgil regionale, in Toscana fra i 110mila e i 130mila posti di lavoro ‘tengono’ soltanto grazie agli ammortizzatori sociali e al blocco dei licenziamenti.
Nei primi tre mesi del 2021, secondo lo studio Ires, il saldo tra le assunzioni e le cessazioni è positivo per 16mila unità, ma quasi la metà riguarda lavoro a termine: a fine 2022 si tornerà ai livelli di fine 2019, ma ci sarà una incidenza di lavoro precario superiore, che riguarderà giovani e donne.
“Siamo in grado di registrare statisticamente nei primi mesi di quest’anno un netto, previsto, rimbalzo positivo del Pil che pone la Toscana in condizione di recuperare entro il 2024 i livelli di Pil pro capite del 2008, sperando in buoni risultati su Pnrr e Next Generation Eu. Va tuttavia sottolineato che ciò non si ripercuoterà automaticamente sulla creazione di posti di lavoro. Un quadro fortemente critico in cui l’andamento dei consumi delle famiglie (-11,7%) e degli investimenti fissi (-9,1%) nel 2020 rispecchiano insieme un atteggiamento di profonda cautela sia dei cittadini che delle imprese nel considerare in via di superamento la crisi pandemica”.