La Iron & Logistics ĆØ una stireria conto terzi per noti brand della moda a conduzione italiana, era passata alle cronache nell’autunno del 2022 quando l’azienda decise di licenziare tutti gli iscritti al sindacato che avevano osato scioperare contro il mancato pagamento degli stipendi e la creazione della “bad company” Iron Group in cui la societĆ voleva trasferire i contratti di tutti i lavoratori
Negli ultime settimane i lavoratori e le lavoratrici denunciano di aver visto laĀ Ā Iron & logistics svuotarsi di volumi, mentre, sempre secondo la loro denuncia ” nessuna nuova commessa entra”.”La societĆ non ĆØ stata in grado di fornirci alcuna spiegazione plausibile a quello che sta accadendo, limitandosi a rassicurazioni che non trovano alcun riscontro. I volumi sono stati spostati altrove, mentre ĆØ facile sospettare che anche i macchinari potrebbero essere portati via da un momento all’altro” sostengono i lavoratori che sono seguiti al sindacato Sudd cobas.
“Nell’autunno del 2022 quando l’azienda decise di licenziare tutti gli iscritti al sindacato che avevano osato scioperare contro il mancato pagamento degli stipendi e la creazione della “bad company” Iron Group in cui la societĆ voleva trasferire i contratti di tutti i lavoratori” ricorda Luca Toscano di Sudd Cobas.
Ā Ne nacque una dura vertenza con due mesi di presidio sindacale ai cancelli, “con l’azienda che in sordina provĆ² a smantellare lo stabilimento di Prato in via Ciulli per trasferirsi ad Agliana dopo aver fatto “pulizia” dei lavoratori scomodi” prosegue toscano. Che aggiunge “seguƬ l’intervento dell’UnitĆ di Crisi della Regione Toscana e lo sciopero si concluse dopo due mesi con la firma di un accordo in sede di Regione Toscana che prevedeva il progressivo reintegro dei lavoratori licenziati”.
Solo che “dopo pochi giorni, una volta effettuato il trasferimento dello stabilimento ad Agliana, la IronĀ annunciĆ³ pubblicamente che non avrebbe rispettato l’accordo con il sindacato firmato con la mediazione della Regione Toscana. Alla fine del 2023 ci pensava il Tribunale del Lavoro di Prato a dichiarare illegittimi tutti i licenziamenti dei lavoratori accusati – come nel caso della Texprint – di aver scioperato e picchettato i cancelli dell’azienda. L’azienda veniva quindi condannata alla reintegra ed al pagamento di risarcimenti da centinaia di migliaia di euro. Neanche un euro perĆ² ad ora ĆØ stato pagato per risarcire i lavoratori vittime di un licenziamento ingiusto ed antisindacale”.
“Nel frattempo- aggiunge toscano-Ā la Iron & logisticĀ aveva approfittato della provvisoria eliminazione del sindacato in fabbrica per tornare a non pagare gli stipendi e negare diritti ai dipendenti rimasti a lavoro”.
“A Marzo di questo anno anche i lavoratori e le lavoratrici che nel 2022 erano rimasti lontani dalle agitazioni, si iscrivevano al Sudd Cobas e scioperavano per rivendicare il pagamento dei propri stipendi ed opporsi all’ennesima operazione societaria che stava vedendo i loro contratti di lavoro passare da un giorno all’altro passare da una “fake company” in appalto ad un altra. Al momento oltre ai risarcimenti per i licenziamenti illegettimi, l’azienda deve pagare decine di migliaia di euro di assegni familiari non saldati, oltre differenze retributive di vario genere e stipendi arretrati” conclude Toscano in un comunicato.