Firenze, secondo il rapporto annuale sul turismo realizzato dall’Irpet- Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana, nel 2020 la Toscana ha registrato il 54,3% in meno di presenze: -76,5% degli stranieri e -28,7% degli italiani.
Gli esperti, è stato spiegato, non prevedono un ritorno ai livelli pre-pandemia prima del 2023 o 2024. Il rapporto dell’Irpet, tuttavia, dà conto soltanto delle strutture ricettive ufficiali: se si potessero quantificare anche i flussi degli affitti di case indipendenti e del comparto extralberghiero (come Airbnb), le perdite sarebbero inferiori.
Secondo il rapporto, a partire dalla fine di febbraio 2020 i flussi provenenti dai Paesi extra europei si sono praticamente interrotti: il Nord America segna -90%, insieme a India e Cina. La Spagna registra -87,5% presenze, Nord Europa (-90,3%), Francia (-73,5%), Paesi Bassi (-63,5%), Germania e Austria (-60,4%) e Svizzera (-44,4%). Tra le destinazioni, le città d’arte sono in maggior sofferenza segnando un -72% di presenze nel 2020.
Seguono le aree collinari con -62,4% e la montagna -49%. Secondo il rapporto, inoltre, l’area fiorentina ha registrato un -80,7%, seguita dalla Valdinievole e Montecatini che segnano -77,6% e la piana di Lucca -69,1%.
Al contrario hanno retto meglio alla pandemia la Maremma con -25,1%, la riviera apuana (-25,6%), la costa degli Etruschi e l’isola d’Elba (-30,2%). Per quanto riguarda, infine, i contratti di lavoro avviati nel settore dei servizi turistici nel 2020 sono stati circa 100mila in meno, con una flessione del 44,5%: il triplo rispetto ai meno 34mila del complesso dell’industria manifatturiera (-29,3%) o degli altri settori dei servizi (-10,4%).
I minori avviamenti si concentrano nelle città d’arte (-59%, solo a Firenze -65,3%), mentre più resilienti si dimostrano gli ambiti costieri (-24,4%) o montani (-37,8%).