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Islanda, terra del ghiaccio e del fuoco, il diario di viaggio di Marina Capponi

Firenze, un paio di giorni dopo il rientro dall’Islanda dei viaggiatori del Controradio Club, mi arriva un secondo diario di viaggio, è dell’avvocato Marina Capponi, personaggio già noto sulle frequenze di Controradio per la sua partecipazione insieme a Daniela Morozzi a ‘Bread & Roses, storie straordinaria di ordinaria discriminazione’, una trasmissione che parlava di donne, violenza e discriminazione sui luoghi di lavoro, con ospiti ed esperti.

Con questa premessa era naturalmente scontato che il diario del viaggio di Marina sia stato scritto con particolare attenzione alla situazione dei diritti delle donne in Islanda, un motivo in più perché anche questo scritto merita, a parer mio un’attenta lettura. Qundi di seguito in versione integrale e con le foto scelte dalla stessa Marina, il suo diario di viaggio.
Gimmy Tranquillo

21 agosto.
Primo giorno nella terra del ghiaccio e del fuoco, con gli amici di Controradio Adventures. Qui in Islanda si va forte con la parità di genere: la premier, donna, ambientalista, madre e dichiaratamente per i diritti lgbt, l’aereo pilotato da una bravissima comandante, persino l’autista del pullman è donna!!! Medito il trasferimento….
Reykyavik è una cittadina deliziosa e multicolore, dominata dalla chiesa parrocchiale Hellgrimskirkja, in stile neogotico, ispirata al basalto vulcanico dei monti islandesi, che con le sue forme slanciate svetta nel cielo azzurro.
Ammiriamo Harpa, una luminosa sala concerti affacciata sull’oceano, un alveare di vetro scuro. Sul lungomare l’Inno al sole, una scultura metallica scintillante che richiama la forma stilizzata di un drakkar.
E poi le montagne ci appaiono davvero: il vulcano Snaeffeks ed il ghiacciaio Snaeffelsjokull, dal quale Verne fa partire i suoi personaggi per il “Viaggio al centro della Terra” e la montagna a forma di punta di freccia della serie Trono di Spade, la Kirkjufell, con le sue cascate.
Islanda

22 agosto.
Secondo giorno nella terra del ghiaccio e del fuoco. Le distanze mi sembrano smisurate….
Una deviazione per visitare la casa di torba coperta di un manto erboso del terribile vichingo Erik il Rosso, con una fedele ricostruzione della vita di questi possenti e temibili guerrieri, che hanno saccheggiato l’Europa, fino a spingersi nelle Americhe, probabilmente in tempi anteriori alla loro scoperta da parte di Colombo.
Incontriamo chiesette luterane molto fotogeniche e minuscoli cimiteri dalle croci bianche sull’erba verdissima durante il trasferimento ad Akureyri, la seconda città dell’Islanda, a 100 km dal circolo polare artico, ma con un microclima mite ed uno splendido Giardino Botanico. E con una tenera particolarità: la luce rossa dei semafori è a forma di cuore…
Islanda

23 agosto.
Terza lunghissima giornata islandese. Colazione al Gardino Botanico. Tutte donne le giardiniere: le più anziane insegnano, le giovani apprendono.
E poi partenza verso paesaggi marziani, con campi lavici (antichissimi e più recenti) a Dimmuborgir, con la cupa Kirkja (altra suggestiva ambientazione di Trono di Spade), il lago di Myvatn, il più grande del paese, la cascata degli Dei, Godafoss, dove il presidente del parlamento, nel 999, si favoleggia abbia gettato le statue degli antichi dei Odino, Thor e Freya, perché l’Islanda abbracciasse la religione cristiana.
E balene e delfini nella baia di Husavik cui rompere le scatole, che generosamente ci hanno gratificato con evoluzioni e spruzzi.
Il turismo, il domani della terra del ghiaccio e del fuoco. Speriamo che il delicato equilibrio ambientale resista all’impatto.

24 agosto.
Nella terra del ghiaccio e del fuoco le distanze e le manifestazioni dei fenomeni naturali sono impressionanti.
È La giornata di cascate spettacolari e fumarole. La cascata Sellfoss, nel canyon di Jokulsargljufur, la Dettifoss, detta la cascata dell’Acqua che Rovina, la più grande d’Europa, alta 44 metri e larga 100, con una portata d’acqua di 200 tonnellate al secondo.
E la zona geotermica di Hverarond, con le sue fumarole, i fanghi bollenti ed il caratteristico odore solforoso.
E poi l’attraversamento del cuore dell’Islanda, praticamente deserto. Non vediamo più neppure le sempre numerosissime pecore bianche e nere, oppure i bei cavalli islandesi, piccoli di taglia ma assai pregiati, con le loro cinque andature. E l’incontro con due teneri volpacchiotti artici è solo un ricordo.
Il nulla, solo lava fredda e licheni. Otto ore di pullman, condotto magistralmente dalla nostra autista Gulla, anche su sterrato.
Ed ora andiamo a sud, tra fiordi e ghiacciai.

25 agosto.
Oggi la terra del ghiaccio e del fuoco si è manifestata in tutto il suo splendore.
Nella laguna glaciale di Jokulsarlon gli iceberg si staccano dal ghiacciaio Vatnajokull,  il più grande d’Europa, rotolano e scorrono velocemente nel fiume Jokulsa, per poi gettarsi nell’Atlantico.
Una parte di questi blocchi si adagiano sulla sabbia vulcanica nera, come spettacolari diamanti.
Navighiamo attraverso la laguna di ghiaccio, che si è formata circa 80 anni fa, a bordo di un veicolo anfibio. Ammiriamo i maestosi iceberg: alcuni raccontano di eruzioni antiche e recenti, con strati di cenere vulcanica nera che si alternano a strati di ghiaccio turchese. Con il cambiamento climatico lo scioglimento del ghiacciaio sta pericolosamente accelerando di 500 metri l’anno.
Proseguiamo l’esplorazione di una delle 38 lingue del ghiacciaio Vatnajokull, la Skalafellsjokull, nell’omonimo parco naturalistico, fra lava solidificata, piante di mirtillo e rari, eroici fiori di montagna. Qui vicino si getta Svartifoss, la cascata che sgorga da colonne di basalto che sembrano scolpite dalla mano dell’uomo.
Attraversiamo Eldhraun, la più grande regione di lava del mondo, dirigendoci verso la spiaggia nera, Renisfjara, circondata da rocce di basalto a formazione a canna d’organo, dove nidificano i pulcinella di mare.
Ci incantiamo dinanzi ai faraglioni di Reynisdrangur: sono ancora le ambientazioni di Games of Thrones, ma non vediamo draghi svolazzanti, né tantomeno puffins, solo bianchi gabbiani.
La giornata finisce con un fiammeggiante tramonto arancio e porpora, sugli scogli di Dyrlohaey.
Un ecosistema potente eppure delicato, dove vulcani attivi come il temutissimo Katla e la mano dell’uomo, principale responsabile del riscaldamento globale, contribuiscono ad alterare un equilibrio millenario.

26 agosto.
Ultimo giorno islandese, prima del lungo viaggio di ritorno.
Cascate spettacolari, fra arcobaleni al cui termine si nascondono forzieri d’oro vichingo, coraggiose contadine ambientaliste, centinaia di gradini su cui arrampicarsi per godere di panorami mozzafiato, fra ghiacciai grandi come un terzo dell’Islanda, suddivisi in 38 lingue e vulcani silenti ma insidiosi, mimetizzati da strati di ghiaccio. E la deriva dei continenti, unico luogo al mondo dove la faglia fra la placca euroasiatica e quella nordamericana, altrove nascosta sul fondo dell’oceano, si manifesta in tutta la sua impressionante grandezza.
L’Islanda è stata avara di aurore boreali, che abbiamo inutilmente inseguito, ma generosa di tramonti, davvero straordinari.
Indimenticabile la Vikurkirkja, la deliziosa chiesa sul promontorio di Vik i Myrdal, che si racconta sia l’unico edificio sopravvissuto all’eruzione.
E poi innumerevoli cascate: la cascata di Skogafoss formata dal salto del fiume Skogaà, che nasce dal ghiacciaio Eyiafjallajokull. Il vulcano sottostante, nel 2010, con la sua spettacolare eruzione esplosiva ed effusiva e l’immensa nuvola nera di ceneri vulcaniche ha fermato il traffico aereo europeo per mesi.
Alla fine del bellissimo arcobaleno che la luce del sole genera attraversando la cortina d’acqua, si narra vi sia un forziere d’oro vichingo, che per ora nessuno è mai riuscito a recuperare… la maniglia ad anello con incisioni runiche si è strappata (lasciando a bocca asciutta il ragazzo che lo aveva trovato e legato con una corda) ed è conservata nel museo locale, dopo aver adornato per un certo tempo il portale della chiesa.
La cascata di Seljalandfoss, che nasce dallo stesso ghiacciaio e forma un laghetto circolare dove precipita, nascondendo una vasta cavità retrostante accessibile, dalla quale ammirare la scenografica caduta dell’acqua.
E Gullfoss, la cascata dorata, così chiamata non per il suo splendore, bensì per i guadagni cui aspirava una società inglese all’inizio del XX secolo, con la costruzione di una diga che avrebbe alimentato una centrale idroelettrica. Una coraggiosa contadina, Sigridur Tomasdottir, proprietaria del terreno, trascinò in giudizio la società, minacciando di gettarsi nella cascata. In realtà perse la causa, ma indusse la società a desistere. Sigridur, la patrona degli ambientalisti islandesi!
E dopo tanta acqua e ghiaccio, ecco il fuoco. Il grandioso Geysir, con i suoi getti d’acqua bollente alti fino a 60 metri. Ogni 4/8 minuti il Geysir si manifesta in tutta la sua potenza, per la gioia dei turisti, formando una bolla d’acqua turchese, a 120 gradi, che dai 23 metri sottostanti si proietta verso l’alto in una torre di acqua e vapore.
A chiusura del Cerchio d’Oro, il Parco nazionale del Pingvellir, presso la maestosa faglia che separa l’Europa dall’America del Nord, dove nel 930, fra onde di lava solidificata a cordoni e la muraglia di roccia, nasceva il primo parlamento democratico del mondo di cui si abbia memoria, l’Alpingi.
Le pareti della faglia tettonica fungevano da altoparlante per gli oratori del Parlamento, che declamavano al popolo i testi delle leggi, recitati e diffusi oralmente.
Ivi si amministrava la giustizia ed il boia vichingo somministrava la pena di morte: la decapitazione per gli uomini, uno straziante annegamento per le donne, cucite in un sacco zavorrato di sassi e gettate nel fiume.
Oggi la bandiera dell’Islanda indica il luogo preciso, detto la Roccia della Legge.
E poi il ritorno verso Reykjavik ed una passeggiata in centro, ammirando le caratteristiche case ed i loro intriganti murales.
La Natura è una donna smisurata, bellissima e terribile, come scriveva il Leopardi nelle Operette Morali. Al povero islandese che la interroga sulla sorte degli uomini su questo pianeta, ne afferma l’assoluta irrilevanza e la sua totale noncuranza, non solo per la loro felicità o infelicità, ma anche per la loro eventuale estinzione. E qui nella terra del ghiaccio e del fuoco la Natura è signora e padrona. Ogni tanto, imprevedibilmente, un vulcano si sveglia e spiana tutto. Noi turisti tentiamo di rovinare questi luoghi bellissimi e remoti, che gli islandesi si stanno sforzando di preservare con molto impegno. Ed il riscaldamento globale incombe, ovunque, non si scappa, neanche qui, nella remota isola vulcanica dalla quale Verne fece partire il viaggio per il centro della Terra.
A conclusione di questo splendido viaggio, una leggenda norrena molto diffusa nel Nord Europa, nella sua versione islandese. Le selkie, le donne foca. Si narra che un pescatore islandese nelle grotte di Renysfjara, la spiaggia nera, trovò una pelle di foca che nascose in un baule chiuso a chiave. Ed una fanciulla bellissima, nuda, in lacrime, che diventò sua moglie e madre dei suoi sette figli.
Ma la donna, che tristemente ogni giorno guardava il mare, un bel giorno ritrovò la sua pelle e la indossò, tornando per sempre al suo elemento ed alla libertà. Da allora il pescatore non la vide mai più, ma la sua rete fu sempre piena di pesci. Ed una foca con gli occhi lucidi accompagnò i figli lungo la loro strada, lanciando pesciolini colorati e conchiglie. Metafora della vicinanza del femminile alla natura? Della continua ricerca della propria identità? Delle costrizioni sociali e della cultura patriarcale che limitano la libertà delle donne? Rinvio, per le amiche femministe, alla lettura in chiave di genere della leggenda della donna foca che ne dà Clarissa Pinkola Estés, in “Donne che corrono con i lupi”.
Nel lasciare con rimpianto la terra del ghiaccio e del fuoco per tornare alla quotidianità, il pensiero si volge a questo straordinario paese, antico e giovane allo stesso tempo, con un cuore bollente e gelato, autosufficiente per l’energia geotermica, con una vera, quotidiana parità di genere nel lavoro ed in politica.
Islanda, mon amour…

27 agosto, il viaggio ed il rientro a casa
Rientrata in città ed al lavoro, tentando inutilmente di trasformare lo scontroso gatto di casa in sontuosa volpe artica, la triste fetta biscottata della colazione in saporita aringa, gli opachi tramonti fiorentini nei fiammeggianti cieli islandesi, cerco di vincere la nostalgia con il ricordo. Prima di tutto delle persone: i nostri tour leaders, Gimmy Tranquillo con la sua vulcanica energia, Sandra Marcelletti, romana di nascita e finlandese di adozione, con la sua simpatia e competenza, la nostra energica ed infaticabile autista Gulla, che ci ha accompagnato per la bellezza di 2.064 chilometri! E poi il gruppo, composto da persone piacevolissime, alcune che già avevano condiviso con me e mio marito altre avventure con Controradio Firenze, altre che abbiamo conosciuto in Islanda, ma è come se ci si conoscesse da anni.
E poi gli animali, i fiori, i cieli, le chiesette luterane, i crocevia, i vulcani, gli iceberg, i panorami mozzafiato, gli islandesi, pragmatici e gentili……
La terra del ghiaccio e del fuoco, assolutamente indimenticabile.

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