Ispettori ed esperti del ministero della Salute all’ospedale Careggi di Firenze per avviare un Audit, ovvero un confronto, con i clinici del nosocomio in merito ai percorsi relativi al trattamento dei bambini con disforia di genere e all’uso del farmaco triptorelina. Lo spiega il capo della segreteria tecnica del ministero della Salute, Mara Campitiello, precisando che la missione “non ha alcun intento punitivo, bensì di conoscenza sul campo dei percorsi messi in atto”.
Fanno parte del gruppo, rappresentanti dell’Istituto superiore di sanità, del Comitato nazionale di bioetica (Cnb), della commissione Salute e della direzione del ministero. Al ministero, afferma Campitiello, “è già pervenuta una relazione da parte della Regione Toscana in merito all’organizzazione del centro per la Disforia di genere”. Lo scorso 20 dicembre il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, aveva presentato un’interrogazione per approfondire ciò che avviene all’ospedale Careggi rispetto al trattamento della disforia di genere nei bambini e l’uso del farmaco triptorelina, autorizzato dall’Agenzia europea del farmaco per uso veterinario, e che “verrebbe somministrata a bambini di 11 anni senza alcuna assistenza psicoterapeutica e psichiatrica”, con il via libera al ricorso dei farmaci che “sarebbe basato sul presupposto, inaccettabile, che con la pubertà bloccata i bambini hanno tempo di esplorare la loro identità di genere e decidere se proseguire il percorso di transizione”. “Abbiamo dunque ritenuto opportuno far partire un audit con l’ospedale proprio per fare chiarezza sulle dinamiche e l’iter del percorso di transizione. Non c’è alcun intento punitivo – afferma la responsabile ministeriale – bensì di conoscenza dei percorsi messi in atto”. Il ministero, precisa inoltre Campitiello, “prima di questa interrogazione aveva già richiesto al Cnb, che 5 anni fa si era pronunciato sull’uso della triptorelina, una rivalutazione sull’approccio all’uso del farmaco. E’ stata inoltre richiesta all’Aifa una nuova valutazione sempre in relazione a questo farmaco e, contestualmente, il ministero ha richiesto alle Regioni di fornire il numero dei casi in trattamento per avere un quadro più chiaro”. Il parere del Cnb è atteso per febbraio.
Nella relazione inviata dalla Toscana si spiega che l’età media dei pazienti che accedono al Crig, ovvero il Centro regionale per l’incongruenza di genere di Careggi è “di 14,8 anni e quella dei casi per i quali risulta necessario il trattamento farmacologico” con triptorelina “è di 15,2 anni. Nel 2023 gli accessi sono stati 150 e le prescrizioni 26”. L’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini inoltre evidenzia che a Careggi “le attività e i percorsi clinico assistenziali sono svolti in applicazione della normativa vigente, delle raccomandazioni scientifiche nazionali e internazionali nonché, per il trattamento farmacologico, della determina Aifa”. Il Crig, spiega la Regione, è stato istituito con una delibera regionale del 2018, poi con un decreto dirigenziale del 2019 si è definito il percorso terapeutico. Ma in totale in Italia sono una trentina le strutture che si occupano di disforia di genere. Sull’uso del farmaco, invece, le indicazioni sono quelle di Aifa. Nella relazione, la Regione Toscana precisa che l’accesso al centro avviene con l’invio dei pazienti da parte di consultori, delle unità di salute mentale, dei pediatri, dei medici e “in casi rari tramite accesso diretto delle famiglie”. Uno psicologo valuta, “se il paziente soddisfa i criteri diagnostici per la disforia di genere” e in caso affermativo “l’utente e la famiglia continuano a ricevere regolari colloqui psicologici di sostegno” e avviene l’attivazione “dell’equipe multidisciplinare e specialistica”. Se l’equipe conferma la diagnosi “la famiglia e l’adolescente sono presi in cura dall’endocrinologo” per la visita e gli “accertamenti diagnostici” per “l’eventuale prescrizione del farmaco, previo il consenso informato di entrambi i genitori e dell’adolescente”. Gasparri si è detto soddisfatto dell’arrivo degli ispettori: “Ho sollevato una questione che merita approfondimenti e riflessione da condurre con equilibrio e serietà ma anche con grande attenzione”. Positivo il commento anche del capogruppo Fi in Toscana Marco Stella, per il quale va chiarito se “c’è o non c’è un supporto psichiatrico per dei pazienti così giovani”. “Stupito” invece il Pd toscano che si dice sicuro “che verrà confermata la correttezza dei protocolli” e si augura che non ci siano “strumentalizzazioni”.