Firenze, da un articolo pubblicato mercoledì, sul Sole 24 ore, apprendiamo che Italia Nostra, avrebbe presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar della Toscana, che nel dicembre scorso aveva dato ragione al Comune di Firenze, validando la cosiddetta “Variante Bettarini” al regolamento urbanistico, che consentiva il frazionamento di appartamenti, il cambio di destinazione d’uso degli immobili e l’aumento della superficie utile lorda negli involucri esistenti nel centro storico di Firenze tutelato dall’Unesco.
Con la con la sentenza 1694/2019 il Tar della Toscana aveva infatti respinto il ricorso di Italia Nostra sentenziando: “Vero è che i centri storici sono aggettati alla disciplina dei beni paesaggistici, ma ciò significa soltanto che gli stessi possono essere sottoposti a vincolo da parte dell’AutoritĂ preposta”.
“Se non vi è dubbio che una disciplina urbanistica ragionevole del centro fiorentino debba inevitabilmente tenere conto della particolaritĂ storica e artistica dello stesso, anche in relazione alla sua inclusione nell’elenco Unesco – aveva inoltre affermato il Tar” e perciò non possa indiscriminatamente consentire operazioni di radicale trasformazione del suo volto anche laddove non sussistano specifici vincoli di carattere culturale o paesaggistico, ciò non significa affatto che le uniche forme di intervento ammissibile per tutti gli immobili ricadenti nel perimetro qui considerato debbano essere di manutenzione o di risanamento conservativo; nĂ© significa che debbano considerarsi vietati in assoluto i mutamenti di destinazione o i recuperi di superficie o volume all’interno delle sagome esistenti”.
Il precedente ricorso al Tar di Italia Nostra aveva creato delle forti polemiche in cittĂ , in quanto per mesi si era verificato quello che l’Ordine degli Architetti di Firenze aveva definito il “Blocco delle ristrutturazioni” Â che aveva causato “la preoccupazione a Firenze – si leggeva in un comunicato dell’ordine del 10 luglio scorso – tra gli architetti, geometri e costruttori che lanciano un vero e proprio allarme per il settore edile e residenziale”.