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Kata: i dubbi, i misteri, le ipotesi. Cosa sappiamo finora della bambina scomparsa a Firenze

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I primi post hanno iniziato a girare su Facebook nel pomeriggio di sabato. Il volto della piccola Kataleya Alvarez, 5 anni, sorridente e spensierata mentre rivolge lo sguardo altrove. La bambina è scomparsa e non si trova. Viveva con la madre e il fratellino nell’ex hotel Astor di Novoli, struttura occupata da una 70ina di stranieri di diverse etnie.

Da allora sono passati cinque giorni e della piccola Kata non c’è traccia. Cerchiamo quindi di ripercorrere tutte le tappe della vicenda per capire cosa sappiamo finora.

Sabato 10 giugno, è scomparsa una bambina a Firenze

Intorno alle 20 di sabato 10 giugno, la madre della piccola Kataleya Alvarez, 5 anni, detta Kata, si presenta alla stazione dei carabinieri di Santa Maria Novella, a Firenze, per denunciare la scomparsa della sua bambina. La piccola avrebbe fatto perdere le sue tracce dalla casa in cui vive intorno alle 15. E’ stata proprio la madre, Katrina Alvarez, ad accorgersi della scomparsa della piccola rincasando dal lavoro. E’ impiegata presso un supermercato della zona e vive con la famiglia (il padre si trova detenuto a Sollicciano per piccoli reati contro il patrimonio) all’interno dell’ex hotel Astor di Novoli, struttura occupata da tempo e finita spesso al centro delle cronache per episodi legati a risse e violenze tra gli inquilini.

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Secondo le prime ricostruzioni, la bambina era in custodia allo zio, che vive al piano superiore dell’abitazione della madre. L’uomo, racconta la madre stessa, avrebbe visto la bambina bisticciare con alcune amichette e subito dopo scendere al piano di sotto. Le prime ricerche preliminari fatte nella zona limitrofa all’abitazione stessa danno esito negativo: la bambina scomparsa non si trova, nessun residente vicino l’ha notata per la strada. Indossa una maglietta nera e un paio di pantaloni lunghi rosa.

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Domenica 11 giugno, attivato il protocollo per la ricerca di persone scomparse

“Tutte le ipotesi sono aperte, compreso il rapimento da parte di adulti o l’allontanamento”. Il generale Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri di Firenze, fa il punto con i giornalisti sulle indagini sulla scomparsa di Kataleya Alvarez e lascia intendere per la prima volta che la bambina potrebbe non essersi allontanata volontariamente. La madre, intervistata da alcune televisioni, dice di sapere “chi ha preso Kata” e fa capire che dietro alla scomparsa della bambina potrebbe esserci una ritorsione per delle liti avvenute qualche tempo prima. Si viene a sapere che un gruppo di connazionali avrebbe tentato di assaltare l’abitazione nella quale vive la famiglia. Un’amica della mamma, invece, riferisce di una telefonata in cui un uomo con accento latino dice di avere Kata. I carabinieri cercano conferme, ma la pista perde presto consistenza.

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L’Arma schiera le sue unità specialistiche, dal reparto scientifico ai cani molecolari capaci di fiutare le tracce a chilometri di distanza a unità cinofile specializzate nel seguire tracce di sangue. La ricerca si estende anche al torrente Mugnone che scorre nel quartiere di San Jacopino. Arrivano segnalazioni alle autorità. Qualcuno crede di aver visto Kata in località della provincia. Una conoscente parla di immagini serali vicino a un fast food di Firenze, un video mostrerebbe una bambina con tre adulti, una segnalazione che non è considerata attendibile.

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Lunedì 11 giugno, la procura apre un fascicolo per sequestro di persona

I carabinieri convocano una conferenza stampa per fare il punto sulle ricerche. Fin da subito emerge in maniera abbastanza chiara come la pista del rapimento sia quella che va per la maggiore. La procura apre un fascicolo per sequestro di persona, ma il generale Vitagliano dice chiaramente che le indicazioni fornite dalla madre su nomi e persone non danno grandi riscontri.

Una delle possibilità è che la piccola Kata possa essere stata rapita come ritorsione. Intanto viene chiuso il protocollo attivato per la ricerca di persone scomparse. La possibilità che si sia allontanata da sola e smarrita per Firenze non è più ritenuta credibile.

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Nel pomeriggio di lunedì si apprende poi che il padre della piccola Kata, detenuto a Sollicciano per piccoli reati contro il patrimonio, avrebbe ingerito della candeggina nel tentativo di togliersi la vita.

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Martedì 13 giugno, la nuova perquisizione accanto all’ex Astor di via Maragliano

Mentre la comunità peruviana si riunisce per delle veglie di preghiera e per chiedere il ritorno a casa della piccola Kata, succedono diverse cose. Una donna chiama i carabinieri e riferisce di aver visto la bambina su un autobus a Bologna. Anche nel capoluogo emiliano si attivano le procedure per la ricerca di persone scomparse, ma la notizia non trova grandi riscontri. Nel frattempo viene effettuato un nuovo sopralluogo nello stabile occupato dalla pm della Dda fiorentina Christine von Borries. La pm conduce le indagini, per l’ipotesi di sequestro di persona a scopo di estorsione, insieme al sostituto procuratore Giuseppe Ledda, che era il pm di turno d’urgenza quando la bambina, 5 anni, è sparita. Il caso è poi passato alla Dda per competenza in base all’ipotesi di reato fatta.

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Poche ore prima la madre aveva accusato un malore ed era stata ricoverata in ospedale dopo aver ingerito anche lei della candeggina.

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Nel pomeriggio sembra arrivare la svolta. Mentre la zia parla di “una nuova speranza, gli inquirenti ascoltano il fratellino e lo zio. Dopo un’ora di colloquio in procura scatta una maxi perquisizione sia all’interno dell’ex hotel Astor che nello stabile accanto. Intervengono i vigili del fuoco e il condominio ispezionato è quello di via Boccherini 34. Una squadra con un camion entra nel cortile del palazzo dove ci sono i garage per dare apporto tecnico agli investigatori, presumibilmente per aprire delle serrande o approfondire le ricerche negli scantinati dell’immobile. Vengono controllati i tombini dei pozzi neri alla ricerca di Kata, la bambina scomparsa. ll pm Christine von Borries coordina l’ispezione dei carabinieri. Sul posto anche il colonnello Angelo Murgia comandante del nucleo investigativo dell’Arma a Firenze. In tarda serata, però, arriva la notizia che anche questi controlli hanno dato esito negativo.

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Della questione si occupa anche Controradio con un approfondimento nella Newsline serale condotta da Domenico Guarino

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Mercoledì 14 giugno, scarcerato il padre

Il padre della piccola Kata viene scarcerato “per restare vicino alla famiglia”. Secondo quanto riportato da alcuni giornali, la perquisizione del giorno prima sarebbe arrivata in seguito alle rivelazioni di un ‘super testimone’ che aveva visto la bambina trascinata in lacrime nel palazzo accanto da un uomo. Vengono accolte e sono al vaglio indicazioni fornite da persone diverse, che però, secondo quanto riferito dai carabinieri, “risulterebbero frammentarie e non coerenti fra loro”.

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