Firmato un accordo tra Regione Toscana, Arpat e UniversitĂ degli Studi di Pisa per conoscere e studiare il Keu, il materiale derivante dagli scarti della concia delle pelli. Un progetto da 194mila euro.
Il Keu verrà studiato in Toscana da Arpat, Regione Toscana e Univesrità di Pisa. Un lavoro corale per capire come si diffonde nell’ambiente e quali criticità comporta. Il lavoro si svolgerà in tre fasi e durerà un anno. La prima prevede uno studio di conoscenza scientifico per capire come è fatto il Keu. La seconda fase vedrà allo studio la sua reazione nell’ambiente. Per farlo verranno riprodotti ambienti artificiali.
Infine, l’obiettivo del progetto, che sarà anche la terza fase, sarà quello di consegnare alle industrie o altri soggetti, dei metodi da utilizzare per mitigare il problema o risolverlo. Una fase in cui verranno dati da Arpat e Unipi dei suggerimenti.
Alla conferenza stampa della presentazione del progetto che metterà in campo risorse per 194mila euro, erano presenti anche il direttore generale di Arpat Pietro Rubellini ed il Direttore del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, Luca Pandolfi.
La Regione Toscana investirà 94mila euro, la quota restante verrà finanziata dall’Università di Pisa.
Facendo il punto sullo stato di avanzamento delle bonifiche dei siti contaminati da Keu, Monni ha spiegato che “lo stato dell’arte è variegato: ci sono siti come quello di Pontedera che già ha visto finire la bonifica e certificarne gli esiti, altri come la strada regionale su cui abbiamo fatto l’ordinanza per l’individuazione dei soggetti responsabili perché agiamo in danno rispetto a chi ha provocato l’inquinamento. Abbiamo deciso di chiamare in causa tutti i soggetti della filiera di questa tipologia di rifiuti, da chi produce il Keu, chi lo ha trasportato, chi lo ha utilizzato, chi non l’ha correttamente riciclato perché siamo consapevoli che le spese da sostenere saranno importanti e faremo tutto quanto in nostro potere affinché non siano sulle spalle dei cittadini”. Attualmente, ha concluso Monni, la Regione sta anche facendo “le ultime valutazioni sui due siti sede degli impianti di Lerose, quindi Bucine e Pontedera, e abbiamo intenzione di partire il prima possibile con le bonifiche di questi impianti che per quantità sono particolarmente significativi”.
In podcast l’intervista all’assessore all’ambiente della Regione, Monia Monni, a cura di Lorenzo Braccini.