La pandemia e gli adolescenti.  Un aumento percentuale di casi di disturbi funzionali. E’ quanto è emerso dall’analisi sulla raccolta dei dati sui casi di disturbi funzionali in età pediatrica eseguita nel periodo della pandemia 2020-2021, dalla struttura Operativa Semplice Dipartimentale di Psicologia Clinica Ospedaliera  del presidio di Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli
Silvia Lapini, direttrice della psicologia clinica ospedaliera e la dottoressa Fabiana Cortini curatrice del rapporto (Intervista a cura di Chiara Brilli)
Un aumento percentuale di casi di disturbi funzionali, a fronte di una diminuzione degli accessi totali, nei preadolescenti e adolescenti significativamente nella fascia di età che va dai 13 ai 16 anni, con un’incidenza lievemente maggiore nel genere femminile e un incremento delle diagnosi di stati ansiosi, episodi di perdita di coscienza improvvisa e stati di malessere e affaticamento. E’ quanto è emerso dall’analisi sulla raccolta dei dati sui casi di disturbi funzionali in età pediatrica eseguita nel periodo della pandemia 2020-2021, dalla struttura Operativa Semplice Dipartimentale di Psicologia Clinica Ospedaliera del presidio di Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli diretto da Andrea Bassetti.
Oltre che all’ospedale di Bagno a Ripoli, i dati sono stati raccolti nelle pediatrie (DEA e OBI) dei presidi ospedalieri della Asl Toscana Centro: si registra un andamento analogo anche se i dati sono difficilmente confrontabili per la complessità , variabilità e soggettività che porta a una diagnosi di disturbo funzionale.
I pediatri e gli psicologi che hanno condotto l’analisi dei dati ipotizzano che riguardo l’aumento della frequenza di disturbi funzionali nella fascia di età compresa tra 13 e 16 anni, la didattica a distanza possa essere stata un fattore determinante. Nella seconda ondata della pandemia infatti dalla seconda classe in poi è stata adottata la didattica a distanza, totale in alcuni periodi e al 50% in altri. Secondo le ipotesi dei professionisti che hanno analizzato i dati, l’interruzione della scuola in presenza ha comportato per gli alunni un nuovo periodo di isolamento e lunghi periodi trascorsi davanti a computer, tablet e smartphone per poter partecipare alle lezioni. Questa condizione potrebbe essere una delle cause dell’aumento di disturbi legati alla sfera emotiva e psicologica.
“Questa raccolta e analisi dati – spiega Silvia Lapini, direttore della psicologia clinica ospedaliera – è stata effettuata dalla dottoressa Fabiana Cortini nel corso del suo tirocinio presso la nostra struttura nel periodo che va da marzo a settembre 2021. Data l’importanza del fenomeno che continua a manifestarsi, sarebbe interessante replicare l’iniziativa ampliando il periodo di riferimento, così da monitorare l’andamento del fenomeno nel tempo”.
L’idea di raccogliere i dati è nata quando con l’esplodere della pandemia da Covid-19, c’è stata da parte dei pediatri e degli psicologi dell’ospedale Santa Maria Annunziata, la percezione di un aumento di accessi di preadolescenti e adolescenti con disturbi funzionali che ha comportato un aumento di richieste di consulenza psicologica da parte dell’equipe di Pediatria e Neonatologia diretta da Rita Bini. Quest’ultima struttura ha quindi consolidato la collaborazione con la psicologia clinica ospedaliera, in un’ottica multidisciplinare e soprattutto con la condivisione e l’approvazione del direttore dipartimento Materno Infantile della Asl Toscana centro, Marco Pezzati.
“Ringrazio la dr.ssa Lapini, direttore della nostra Psicologia clinica ospedaliera con la quale abbiamo condiviso l’ideazione della ricerca e la dr.ssa Fabia Cortini per il suo prezioso lavoro di raccolta dati e relativa sintesi – sottolinea il direttore Pezzati – Analogo ringraziamento alla dr.ssa Bini e a tutto il gruppo dei pediatri del presidio Santa Maria Annunziata. Lo studio ha inoltre visto la collaborazione degli altri punti pediatrici della nostra Azienda il che ha permesso alcune interessanti considerazioni sulla differenza di incidenza nei vari territori aziendali. Dato il persistere del periodo epidemico emergenziale spero che la collaborazione tra la Psicologia Ospedaliera Aziendale e i nostri presidi pediatrici ospedalieri prosegua così che possa essere monitorato l’andamento del fenomeno nel tempo”.
L’analisi dei dati
Nel periodo di riferimento pre-Covid (settembre2019-febbraio2020) nel Pronto Soccorso e OBI pediatrico del Santa Maria Annunziata risultano 64 casi di possibili disturbi funzionali (6,5%) su un totale di 986 accessi. Nel periodo invece che va da settembre 2020 a febbraio 2021, ovvero durante la pandemia, sono risultati 49 possibili casi di disturbi funzionali totali su 463 accessi (10,6%) Possiamo osservare che nel secondo periodo di riferimento si è verificata una netta riduzione di accessi totali nelle due unità della pediatria, ovvero 463 accessi contro 986 del periodo pre-Covid e con percentuali di casi di disturbi funzionali rispettivamente del 10,6% nella fase della pandemia contro il 6,8% del periodo pre-Covid.
Analizzando la distribuzione dei casi in base all’età si nota una diminuzione della percentuale di casi nella fascia di età che va dagli 8 anni ai 12 e un sostanziale aumento nella fascia di età dai 13 ai 16 anni.
Per quanto riguarda, invece, la distribuzione per genere si rileva un lieve aumento del genere femminile nel periodo pandemico, dove le femmine sono il 61,2% dei casi, rispetto al 52% del periodo precedente la pandemia.
Dall’analisi del tipo di diagnosi si osserva che in entrambi i periodi il disturbo più frequente è quello del dolore addominale, leggermente diminuito nel periodo della pandemia. Nel secondo periodo si è verificato un aumento percentuale delle diagnosi di crisi di ansia, panico, disturbi alimentari, malessere e affaticamento e di sincope e presincope. Infine, nel secondo periodo sono diminuite le diagnosi di cefalea, dolore toracico, orticaria oltre a quella di dolore addominale.
Un aumento delle diagnosi di stati ansiosi (crisi di ansia e panico), episodi di perdita di coscienza improvvisa (sincope e presincope) stati di malessere e affaticamento confermano come la pandemia stia impattando in maniera negativa sullo stato psicologico di preadolescenti e adolescenti.
“Questa analisi – conclude Lapini – potrebbe essere un punto di partenza per la strutturazione di progetti di prevenzione secondaria e terziaria, da svolgere nelle scuole o sul territorio, così da poter arginare o mitigare gli effetti della pandemia sulla popolazione degli adolescenti”.