Protesta a Firenze per chiedere l’apertura delle scuole superiori in presenza e sicurezza: didattica a distanza e striscioni in Via Martelli
La manifestazione è stata organizzata davanti al liceo classico Galileo per chiedere l’apertura delle scuole superiori in sicurezza. Il presidio è stato organizzato in Via de’ Martelli vicino ai palazzi della Regione, da studenti, alcuni anche seduti per terra a fare lezione, genitori e insegnanti del comitato Priorità della scuola. Iniziative analoghe sono state promosse anche in altri comuni toscani – Prato, Pisa, Pontedera, Carrara e Massa – e d’Italia.
Al presidio hanno partecipato gli studenti, le studentesse insieme a docenti e genitori. A Firenze davanti al Liceo Galileo hanno seguito le lezioni di didattica a distanza seduti su sedie pieghevoli, sui gradini della chiesa o per terra.
“Siamo qui e in altre venti città – ha spiegato Costanza Margiotta, docente universitaria e promotrice di Priorità alla scuola – per denunciare il fallimento totale del Governo per la mancata riapertura della scuola a quasi un anno dalla sua chiusura. Ciò che amareggia maggiormente è che la scuola sia messa all’ultimo posto. La si condanna per i contagi prima di averla riaperta. Sulla scuola – aggiunge – si gioca una crisi di sistema e una di governo: la crisi di sistema è il cambiamento materiale della Costituzione riguardo al rapporto tra Stato e Regioni. Il Governo prigioniero delle Regioni non è più in grado di assicurare l’istruzione”.
La Toscana, secondo Margiotta, era “pronta” per la ripartenza anche delle superiori ma “si è piegata”. E “per poter sapere se è stata fatto abbastanza” sulla ripartenza in sicurezza, “bisogna riaprire per verificare se tutto funziona, dai trasporti agli screening”. Screening che “chiediamo all’ingresso per tutti e continuativi”. “La quarantena di una classe, nel caso si registri un positivo, significa che il sistema funziona”.
Tra i presenti e promotori a Pisa, Firenze, Pontedera e a Prato, anche appartenenti alla Rete degli studenti medi della Toscana.
A Prato, a inizio presidio, erano circa una quarantina le persone di fronte al liceo scientifico Niccoló Copernico: pure con striscioni e slogan, chiedevano di poter tornare in classe, contestando la scelta del Governo di prorogare all’11 gennaio la ripresa delle lezioni in presenza. Tutte le componenti, degli alunni e gli insegnanti, motivano la scelta di protestare con “l’esasperazione per la didattica a distanza”, che “non garantisce più gli standard educativi e sociali adeguati per l’apprendimento”.
Alcune decine gli studenti e studentesse degli istituti superiori che si sono radunati in piazza a Pisa e Pontedera per chiedere la riapertura delle “lezioni in presenza e in sicurezza” esponendo cartelli improvvisati con la scritta “La scuola si fa a scuola”. Con i loro pc portatili e tablet hanno seguito le lezioni a distanza collegandosi da remoto durante la protesta promossa nell’ambito della mobilitazione nazionale del comitato.
Il network di sigle, associazioni e sindacati che ne fa parte chiede “lo screening sanitario completo della comunità scolastica (docenti, personale Ata e studenti) e l’inserimento come categoria prioritaria del personale scolastico ad alto rischio nella fase 1 dell’agenda vaccinale”.
Il comitato chiede anche per le scuole superiori “che la riapertura in presenza favorisca l’accoglienza e il recupero scolastico degli studenti fortemente penalizzati dal punto di vista didattico e psicologico a causa della Didattica a distanza” e auspica “che l’attività in presenza non sia finalizzata solo alle necessità di valutare l’andamento scolastico degli studenti, bensì che il tempo sia utilizzato anche per aiutare a ricostruire le relazioni umane tra gli studenti e con i docenti, augurandosi che “siano annullate le prove Invalsi per l’anno scolastico in corso”.